Van Gogh: ma chi sei?

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Il 22 febbraio abbiamo fatto un incontro molto interessante: ci è stato presentato il vero Vincent van Gogh. Dopo una visita alla sempre piacevole città di Vicenza, con le sue meraviglie come Palazzo Chiericati -opera del Palladio- e il più famoso Teatro Olimpico -sempre firmato da Andrea Palladio- siamo entrati nella mostra dedicata al genio olandese nella prestigiosa cornice della Basilica Palladiana.

La mostra è stata firmata da un nome importante del panorama artistico italiano: Marco Goldin. Il curatore può essere annoverato tra i maggiori esperti di Van Gogh ed è riuscito a realizzare qualcosa di straordinario: ha portato in Italia una quantità impressionante di disegni. A causa dello scarso interesse del pubblico e della loro grande delicatezza, di solito si preferisce custodirli gelosamente e si evita anche di esporli nelle sale dei musei a cui appartengono. Ciò può farci capire l’enorme lavoro che ci sia stato dietro a questa mostra e il suo incredibile valore.

thumb-1920-448510Il disegno è il primo passo che si compie per la realizzazione di un’opera. Grazie alle linee di carboncino o matita tracciate dall’artista sul foglio possiamo notare tutta la sua arte, la sua poetica del disegno e la sua abilità. Il colore -che compare solo successivamente- copre tutto il lavoro svolto precedentemente e spesso la nostra percezione dell’artista viene anche deviata e artefatta a causa sua.

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Tutti noi abbiamo letto articoli che parlano di van Gogh in modo molto duro. Qualcuno ipotizza che facesse un uso pesante di droghe, altri gli attribuiscono problemi psichici impossibili da curare, altri ancora lo denigrano come un semplice artista autodidatta privo di un particolare dono per il disegno.

Dopo aver visitato la mostra ci siamo resi conto che alcune di queste affermazioni sono assolutamente tendenziose e partono -erroneamente- dalla visione esclusiva delle sue ultime opere -dai quadri, per intenderci. Il tratto di van Gogh è pulito, preciso ed egli è un profondo conoscitore della prospettiva e delle tecniche del disegno. Alcuni dei suoi disegni che poi si trasformeranno nei più famosi quadri mostrano una forza che sembra attenuarsi quando si usa il colore ad olio.vangoghmuseum-d0378V1962-3840

Il disegno segmentato, con il colore applicato sulla tela con piccole pennellate, non è la caratteristica principale di questo artista -anche se lo conosciamo soprattutto per questo motivo. La sua pittura è il risultato delle sue ricerche. Le energie, la creazione continua del Creato -Van Gogh è figlio di un pastore protestante e ha alle spalle studi di teologia-, le prime teorie fisiche affinate dai nuovi strumenti hanno fatto sì che questo artista dipingesse le forze che creano la Natura e non la Natura stessa. Sarà un piacere poter approfondire la sua conoscenza in qualche attività futura presso la nostra UNITRE.

Una delle sue opere indubbiamente più conosciute è “I mangiatori di patate”. Il quadro è impressionante, i protagonisti sono scavati dal tempo e dal lavoro. L’ambiente grigio, scuro e fumoso rischiarato dalla lampada appesa al soffitto sembra essere in perfetta sintonia con la mentalità protestante: l’ambiente in cui viviamo è lo specchio del nostro Io. Se il quadro è di forte impatto, il disegno lo è maggiormente; le parole sono superflue di fronte a delle vere opere d’arte. Anche se è solo una riproduzione, è meglio osservarla, ve la pubblico qui di seguito.

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