*Articolo di Annibale Ghisolfi*
Nella passata stagione accademica (2016 / 17) con gli amici di Unitre Ispra, avevamo realizzato cinque incontri col titolo di “Accostamenti [quasi] arbitrari”, accostamenti tra estratti di opere letterarie e musicali.1
Il secondo di questi incontri presentava come testo letterario la “Vita privata del re di Prussia”2 di Voltaire con musiche tratte dalle opere dei musicisti che gravitavano attorno alla corte di Federico il Grande.
Ma, com’era prevedibile, il testo ironico e affascinante di Voltaire la fece da padrone mettendo un poco in ombra l’apparato musicale che fu quasi relegato a commento sonoro delle letture.
La parte musicale dell’incontro presentava però vari motivi di interesse, e vorrei tornare su questo punto non tanto per i ricercari dell’Offerta musicaledi J.S. Bach, o delle sonate di suo figlio Carl Philipp Emmanuel, o dello splendido concerto per flauto e orchestra di Quantz, quanto e soprattutto per le composizioni dello stesso Federico II di Prussia che, riduttivamente, è conosciuto come musicista solamente per essere stato il buon flautista che fornì a Bach il tema della succitata “Offerta”.
Al contrario, il catalogo delle opere di questo straordinario personaggio consta di quattro concerti per flauto e orchestra d’archi; due sinfonie accertate e altre due dubbie ma probabili; tre cantate profane; diverse arie e ben centoventi sonate per flauto e cembalo.
Inoltre, per il teatro musicale Federico II aveva composto quattro libretti d’opera messi in musica da Johann Gottlieb Graun 3, già suo maestro da quando, principe ereditario, era osteggiato nello studio della musica dal padre Federico Guglielmo I, un uomo e un re, a dir poco, crudelmente eccentrico.
Un maestro e un musicista, questo Graun, che nel 1740, non appena il ventottenne Federico salì al trono, fu nominato “direttore della cappella reale”, posizione che occupò fino alla morte.
L’altro importante riferimento musicale di Federico il Grande fu Johann Joachim Quantz 4, virtuoso flautista e solido compositore che dal 1741 fino a tutto il resto della sua vita occupò l’incarico di Musicista di Camera e Compositore di Corte.
Nella reggia di Sanssouci a Potsdam, dal 1740 operò anche il maggiore dei musicisti berlinesi del periodo e cioè Carl Philipp Emmanuel Bach 5 che nel 1767 lasciò l’incarico a causa della scarsa considerazione che entrambi, musicista e principe, avevano l’uno per l’altro.
Ed infine, tra i meriti di Federico, va citata la fondazione della Königliche Oper, di Berlino, teatro che fu inaugurato nel 1742 con un’opera del già citato Graun.
L’immagine pubblica di questo re fu indubbiamente danneggiata da un “pettegolo”Voltaire che lo dileggiò pesantemente nelle sue memorie anche a causa di un arresto, ordinato da Federico e durato per la verità pochissimo tempo, che segnò la fine della permanenza del filosofo presso la corte. Da quel momento in poi, tra i due, ci furono solo contatti epistolari.
Però, oltre all’innegabile importanza storica di Federico II per cui è detto “il grande”, anche la sua musica, il più privato e, per la storia, il meno influente tra i suoi interessi, a mio modesto avviso non sfigura tra quella degli altri autori che praticarono lo “Stile Galante”, tanto che ancora oggi, le sue composizioni sono presenti nei programmi dei concerti dedicati alla musica del XVIII secolo.
Note
1 – Il primo incontro della serie consisteva negli accostamenti tra Musiche di Gershwin e testi tratti da “Il grande Gatsby”di Scott Firzgerald e “Festa mobile” di Ernst Hemingwai, con musiche di George Gershwin. Secondo incontro: testi tratti da “Vie privée du roi de Prusse” abbinati a brani tratti da “Offerta musicale”di J.S. Bach; stralci da una sonata per fortepiano di Carl Philipp Emmanuel Bach; stralci da una sinfonia di Johann Gottlieb Graun; il primo movimento di un concerto per flauto e orchesttra di Johann Joachim Quantz; e tre ascolti di composizioni dello stesso Federico II. Per il terzo incontro (Natale 2016) a testi di Pirandello, Guareschi e Buzzati, sono state abbinate musiche tratte da“Navidad nuestra” di Ariel Ramirez,“Oratorio di natale” di J.S. Bach, e “carols”della tradizione inglese. Quarto incontro testi tratti dal racconto “La portoghese”parte della raccolta “Tre donne” di Robert Musil, e brani tratti dalla prima sinfonia di Gustav Mahler “Titano”. Per l’ultimo incontro sono stati scelti testi di critica musicale tratti da “Scatola sonora”di Alberto Savinio abbinati alle arie citate nei testi tratte da “Norma” di Vincenzo Bellini; “Luicia di Lammermoor”di Gaetano Donizetti e “Trovatore”di Giuseppe Verdi.
2 – La “Vie privée du roi de Prusse” fa parte delle “Mémoires pour servir à la vie de M. de Voltaire, écrits par lui méme”.Stralciata dal testo completo nel 1914 e stampata come volume a parte, riguarda gli anni il periodo storico che va dal 1740 alla fine della “Guerra dei sette anni” (1763).
3 – Johann Gottlieb Graun. Wahrenbrück, Dresda 1702 / 3 – Berlino 1771
4 – Johann Joachim Quantz. Oberscheden, Gottinga, 1697 – Podsdam 1773
5 – Carl Philipp Emmanuel Bach. Weimar 1714 – Amburgo 1788