Fidanzamenti per procura e questioni economiche

Il matrimonio nelle famiglie in vista era una sorta di alleanza economica e di prestigio, affinità ed amore fra i coniugi erano auspicabili, ma accessori. Nel 1778 il Conte Hans Axel Fersen ritorna a Londra. Adeguatamente maritate le due figlie, suo padre ha deciso che è tempo anche per il maggiore dei suoi figli maschi di metter su famiglia e ha preso contatto con la famiglia (facoltosa) di una signorina londinese, Catherine Leijel. Abituato ad obbedire e, almeno in apparenza, piuttosto indifferente al matrimonio, Axel Fersen si reca dunque a chiedere la mano della suddetta signorina. Il resoconto dell’impresa è contenuto in una lettera alla sorella Sophie:

30 luglio 1778. Tutto è finito, mia cara, i genitori mi hanno ricevuto bene, ma la figlia mi ha rifiutato. Mi ha assicurato che non potrebbe mai lasciare i suoi genitori, e che non c’è alcuna speranza che cambi idea. Nonostante tutto, ho insistito; le ho detto che avrei cercato di assecondare in ogni modo tutti i suoi desideri, e che non avevo altro scopo che di piacerle e di renderla felice, ma lei continuò a replicare che il dolore di lasciare i genitori sarebbe stato per lei così grande da non potervisi risolvere. Ne parlò anche con suo padre, che discusse con me, dicendomi quanto egli fosse dispiaciuto, e facendomi mille complimenti. Mi assicurò di provare per me sentimenti di amicizia, e mi chiese di volerlo accettare come amico. Devo scrivere a mio padre, e sono costretto a comunicargli queste notizie. Sarei terribilmente infelice, se egli dovesse esserne deluso, tuttavia ho fatto del mio meglio. La ragazza è molto amabile, ha del talento, è di bell’aspetto, incantevole e di carattere dolce. Capisco bene cosa sto per perdere, eppure non riesco a biasimarla, perché so per esperienza quanto sia triste lasciare i genitori e la terra che si ama. Potrei facilmente consolarmi, se fossi sicuro che mio padre saprà fare altrettanto. …..omissis… Vorrei tornare a Parigi per lavorare con Creutz [all’Ambasciata Svedese] o per arruolarmi nell’esercito. Preferirei la seconda soluzione, ma mi sottoporrò volentieri alla decisione di mio padre in proposito.”

Hans Axel Von Fersen
Hans Axel Von Fersen

Axel Fersen si sarebbe poi arruolato come militare straniero nell’armata francese e, dopo un tentativo di partecipare ad un’aggressione francese all’Inghilterra che non fu mai realizzata, partì per combattere gli Inglesi nella Rivoluzione Americana. Forse il rifiuto della signorina Leijell non l’aveva lasciato poi così indifferente come avrebbe voluto lasciar credere ai suoi famigliari.

Fonte: De Heidestam O.G. The lettres of Marie Antoinette, Fersen & Barnave. John Lane the Bodley Head Limited, London. 1926


Anche fra i nobili di campagna le questioni economiche e quelle sentimentali si intrecciavano in modo confuso. Nel palazzo dei nobili Lillje e Natt och Dag, vicini di casa della famiglia von Saltza quando ancora i figli erano piccoli, vivevano tre donne, una delle quali incorse in uno sfortunato legame prematrimoniale. Così racconta il Conte von Saltza nelle sue memorie:

La generalissima donna Metta Natt och Dag era un donnone d’insolita corpulenza, con due sottomenti insolitamente vasti e un viso tondo e rubizzo, nonostante fosse sull’ottantina. Era solita portare cuffie annodate con nastri e molto inamidate, indossava gonna e maglia nere, sotto ad un grembiule bianco. La signorina Cajsa Hård di Segerstad aiutava la nobildonna nell’amministrazione casalinga. Era costei una vecchietta piccola e rinsecchita, con una cuffia alta. Era una specie di ufficio postale, sapeva tutto, cos’era accaduto e cosa non era accaduto. In casa viveva anche la figliastra della nobildonna, la signorina Fiken Horn Natt och Dag. Il suo aspetto era quello di un pulpito sul quale fosse stata installata una credenza, ma era ben nota per la sua avarizia. Aveva un fidanzato, un tale che aveva sperperato tutti i suoi averi. La signorina chiese il parere di mia madre, se dovesse accettare o no di sposarlo. Mia madre le consigliò di non affidare i suoi beni a così cattive mani. La signorina obiettò che quell’uomo le doveva 300 talleri d’argento, come avrebbe mai potuto, in nome di Dio, farseli restituire se non sposandosi con lui? “E allora, sposalo.” Fu la risposta di mia madre. Ma la donna rinsavì e diede il benservito al fidanzato, che in cambio le presentò una nota di quanto aveva speso per venirle a far visita in qualità di promesso sposo, e dei francobolli per affrancare le lettere che le aveva scritto. Il totale ammontava a più di 500 talleri, ed egli minacciò di portare la cosa in tribunale. Così la signorina dovette dargli una ricevuta per i 300 talleri e quanto egli chiedeva in più.

Fonte: von Saltza Edvard Fredrik. Familje anekdoter och minnen från barndomen. Bokförlaget Rediviva, a collection of facsimile reprints of Swedish books. Stockholm 1987.

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