CUAMM: le case di attesa per partorienti

Il COVID-19, in costante crescita anche in Africa, sta provocando una drammatica riduzione dell’accesso ai servizi essenziali di prevenzione e cura e agli ospedali. Questa epidemia ha un impatto devastante sulla salute di mamme e bambini. Per paura del contagio le mamme rischiano di partorire a casa, aumentando la mortalità legata al parto. 

In Africa il parto è ancora un momento di altissimo rischio per la mamma, il suo neonato e per tutta la comunità. Sono circa 540 le donne che ogni giorno, in Africa Sub Sahariana, perdono la vita per cause correlate alla gravidanza o al parto, inoltre per ogni 1000 bambini che nascono sono circa 27 quelli che muoiono entro il primo mese di vita. Attorno al momento del parto si giocano, assieme, il futuro della mamma, del neonato e dell’intera famiglia, tante volte costituita dalla mamma stessa con i suoi 4 o 5 figli. Questo momento cruciale determina così la sopravvivenza della comunità attorno a cui si coagula il nucleo della comunità “ mamma-figli ”fino a condizionare il futuro dell’intera nazione. Ricevere un’assistenza qualificata durante il momento del parto è fondamentale, soprattutto nel caso in cui dovessero insorgere delle complicazioni, eventualità che si stima attorno al 10-15% dei parti e , pertanto, ne deriva la necessità di riuscire ad accedere a un ospedale. Ma le barriere di accesso in ospedale, in Africa, sono davvero molte: sono geografiche, culturali, economiche e sociali: spesso le donne vivono a 30-60 km di distanza da una struttura ospedaliera, a volte la decisione, inerente la scelta del luogo dove partorire, viene presa da suocere “leader”tradizionali o dai futuri padri. Talvolta la donna si lascia persuadere a partorire in casa magari aiutata da levatrici tradizionali, altre volte in solitudine.

Per questo Medici con l’Africa ha progettato e costruito delle Case di attesa che sono luoghi sicuri dove attendere il momento del parto vicino agli ospedali.

Queste case possono essere di vario tipo: stanze attigue all’ospedale, più spesso casette a sé stanti ubicate dentro l’area ospedaliera, a volte capanne molto simili a quelle dei villaggi attigui. Sono soprattutto le giovani madri ad essere indirizzate alla “Casa di attesa” visto che le ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni hanno un maggior rischio di complicanze e di morte. Altre volte sono donne per le quali, durante le visite prenatali, sono stati identificati segnali di rischio ma, spesso, sono le donne più povere , più vulnerabili e con bassa scolarità ad essere accolte. In queste strutture , oltre all’accoglienza e alla possibilità di essere visitate dal personale infermieristico-ostetrico, le donne trovano acqua pulita, del cibo, degli spazi comuni dove cucinare e dove imparare a preparare i cibi.

Le sfide che le donne africane devono affrontare sono molteplici e, visti gli effetti indiretti della pandemia, colpiscono in maniera ancora più pesante le più vulnerabili e le case di attesa sono un punto di riferimento importante e un luogo di speranza per il futuro di queste popolazioni.

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