Prima di intraprendere il nostro percorso insieme su una strada secondaria del Grand Tour, permettetemi un piccolo sfogo.
Come è possibile che il Paese che ha creato il Cinquecento e ha stravolto l’Arte mondiale, che è stato il sogno per intere generazioni di persone che volevano completare il proprio percorso culturale prima di lanciarsi a capofitto nel mondo, un Paese che è stato sinonimo di meraviglia oggi sia abitato da persone così stanche e a volte svogliate da non provare neanche più quell’orgoglio di primeggiare. Vivere nella nostalgia di questo grande passato non è una soluzione, si deve lasciare spazio al nuovo per poi criticarlo (come a Firenze si era criticata tanto la fontana del Nettuno), bisogna lasciare spazio alle sane discussioni sul bello senza frenarsi per paura di sbagliare e quindi bloccare tutto con una burocrazia ammuffita e inutile. Anche Michelangelo ha fatto molti errori tecnici (e anche vistosi) nel dipingere il soffitto della Cappella Sistina ed è una delle meraviglie del mondo. Basta nascondersi dietro alla pigrizia, lasciamo fare a chi ne ha voglia!
Bene, scusate ancora e torniamo al nostro argomento: il Grand Tour. Senza ombra di dubbio è un argomento che affascina e anche molto. Tutti noi conosciamo i grandi nomi della Cultura che hanno intrapreso questo viaggio di formazione e hanno creato meraviglie. Insieme a voi vorrei conoscere e scoprire quattro piccole chicche poco conosciute legate al mondo musicale e all’esperienza del Viaggio in Italia, senza toccare le opere ben conosciute come quella di Franz Liszt, Mendelssohn o Mozart.
Come ogni altro uomo di cultura, anche un musicista sognava di venire in Italia per affinare la sua arte. Nel XX secolo il Prix de Rome, istituito in Francia, era tra le possibilità più ambite perché permetteva di venire a Roma a studiare. Grandi nomi della Musica hanno ottenuto questo prestigioso riconoscimento, l’artista di cui vorrei parlarvi ora è Georges Bizet.
Bizet parteciperà per ben due volte al Prix de Rome e riuscirà a vincerlo nel 1857 (alla sua seconda partecipazione). Il periodo che ha potuto vivere a Villa Medici a Roma per lui è stato forse il più felice di tutto la sua vita. Ovviamente, il soggiorno a Roma imponeva degli obblighi, non era una vacanza. Si doveva lavorare e produrre. In questo periodo Bizet scrive una piccola opera poco conosciuta dal titolo “Don Procopio” e una cantata che è dedicata a Vasco de Gama. Nel suo viaggio di ritorno a casa Bizet inizia a scrivere la sua seconda Sinfonia che lo impegnerà per molto tempo.
Georges Bizet scrisse la sua prima sinfonia nell’arco di un mese. Era musica relativamente facile, perché era descrittiva. Per la seconda la gestazione è molto più complicata, l’idea di Bizet è quella di scrivere musica pura, che non descriva né situazioni, né sensazioni, né tantomeno storie. Una concezione estremamente moderna! Il primo titolo pensato era: Roma, Firenze, Venezia e Napoli (sembra quasi l’itinerario di viaggio che molti turisti fanno ancora oggi in pullman!). Alla storia passerà con il titolo definitivo di Sinfonia Roma.
Non posso che augurarvi buon viaggio in compagnia di Bizet:
Vorrei passare ora ad un compositore svizzero poco conosciuto: Joachim Raff. Da noi è pressoché sconosciuto, eppure nel 1871 compie un viaggio in Italia e, in base anche a quanto riporta la figlia Helene, è stata una delle esperienze più emozionati vissute dal compositore.
Raff compie una serie di viaggi con la famiglia e racchiude tutte le sue sensazioni al termine di questi viaggi in questa sui sinfonia. Purtroppo è senza numero d’opera, vuol dire che il compositore non ha mai voluto inserirla nel suo catalogo perché la considerava incompleta e tale rimane. Prima di ascoltarla vi avviso, l’ouverture non ha alcuna attinenza con l’Italia, passato questo primo movimento però il registro cambia. A tratti, alle orecchie di noi italiani, ci sembrerà di vivere dei déjà-vu musicali e la composizione è caratterizzata da un carattere molto espansivo e solare (attributi tipici dell’italianità!).
Anche il poco conosciuto compositore francese Vincent d’Indy compie il suo viaggio in Italia e tre anni dopo quest’esperienza, nel 1872, scrive la sua Sinfonia Italiana. Ironia della sorte, o programma obbligato, anche lui decide di sottotitolare i movimenti Rome, Florence, Venise e Naples.
La sinfonia è tra le prime opere del compositore e ha qualche punto debole, il più evidente è che la struttura è un po’ troppo prolissa ma al di là di questo la musica ci presenta già tutta la forza di questo compositore.
Particolarmente ritmato e movimentato è l’ultimo movimento dedicato a Napoli, la musica acquista una vivacità tale da sembrare un Saltarello.
L’ultimo compositore di cui vorrei parlarvi è il più noto Karl Goldmark. Egli ama davvero molto il nostro Paese e lo visiterà più volte. Nei suoi diari troviamo parole di ammirazione per il nostro stile di vita sereno, solare e per la nostra amabilità. Inoltre adoro i tesori d’Arte che si possono incontrare girando quasi ogni angolo e la magia che si respira nelle nostre città.
Nel 1903 scrive la sua opera numero 49, intitolata In Italien. Un’overture che è una vera e propria ode alla nostra musica e alla nostra vitalità come possiamo percepire dal ritmo dei timpani e dalle discussioni animate tra legni e ottoni.
Pubblicato su Latelier 91 il 14 aprile 2020 (https://latelier91.wordpress.com/2020/04/14/il-sentiero-secondario-del-grand-tour/)
Christiane Begonnet Mail: cbegonnet@outlook.it Mobile: +393387679795
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