Armonia

La cosa più bella? È l’armonia, rispondeva il pitagorico Giamblico.

Nel mito greco Armonia è figlia degli opposti, Ares, dio della guerra e Afrodite, dea dell’amore, che dona a sua figlia una collana con il potere di conferire bellezza a chiunque la indossa, è data in matrimonio a Cadmo, tramutato in seguito in serpente.

quando Cadmo venne trasformato in serpente, la moglie scongiurò gli dei perchè anche lei subisse la stessa sorte.

Ovidio, Metamorfosi libro IV, 563-603

Mito ripreso da Roberto Calasso nel libro Le nozze di Cadmo e Armonia, che si compone di una serie di miti che si intrecciano, con una  riflessione sui costumi greci, talvolta anche sui termini da loro usati.

Il susseguirsi di miti si inserisce all’interno di una cornice delineata dalle vicende di Cadmo, a partire dalla ricerca della sorella Europa rapita da Zeus, sotto forma di toro bianco e a concludersi con le nozze con Armonia, celebrate a Tebe.

Il libro riprende opere di Eschilo, Sofocle, Euripide e le metamorfosi di Ovidio ed è un’elaborazione di risposte a domande innate nell’uomo, in chiave fiabesca, affascinante e coinvolgente.

Calasso riesce a far trasparire il presente dalla narrazione di qualcosa di passato e solo cronologicamente distante da noi.

Per il filosofo Eraclito di Efeso (535-475 a.C.) l’armonia delle cose sta nel suo perenne mutamento e nel continuo contrasto tra gli opposti.

Concetto definito polemos, guerra, opposizione:

Polemos è padre di tutte le cose, di tutte è re; e gli uni disvela come dei e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi e gli altri liberi.

Ciò che è opposizione è accordo e dalle cose discordi sgorga bellissima Armonia e tutte le cose nascono per legge di contesa.

Le interazioni tra contrari producono armonia, come le forze centripete e centrifughe che, essendo interdipendenti, sono necessarie l’una all’altra “affinché possano entrambe vivere”.

Per Eraclito

Armonia che da un estremo ritorna all’altro estremo com’è nell’arco e nella lira.

L’arco e la lira, medesima forma ma diversa funzione, sono gli strumenti di Apollo che con l’arco provoca la morte e con la lira conserva la vita, producendo l’armonia che governa il mondo.

Dalle vibrazioni delle corde della lira nasce la sinfonia che mette concordia nella inesauribile lotta fra gli elementi.

Dilaniati dagli opposti, noi tutti siamo figli di questa tensione, di questo bisogno di equilibrio.

Il giusto equilibrio fra gli opposti conduce all’armonia

affermano i Pitagorici e l’uomo ha il compito di armonizzare opposti di per sé incompatibili, ricercare l’equilibrio, l’armonia in mezzo a polemos.

Le passioni indomite e discordi
sia vostra cura in armonia
Comporre.

Salvator Rosa, pittore barocco

E l’amore, musica armonica, riunisce gli opposti

Amore

Eros, amore carnale, desiderio, bramosia che faceva esclamare Saffo in un frammento

Eros che scioglie le membra mi scuote
nuovamente
Dolceamara invincibile belva.

Filia, amore sentimentale di amicizia, di affiatamento, di unità di intenti che Aristotele  considera come mezzo per la felicità.

Nessuno sceglierebbe di vivere senza amici anche se avesse tutti gli altri beni…

Agape, amore spirituale, disinteressato, gratuito che continua ad agire senza bisogno di reciprocità.

È meglio
aver amato e perso
che non aver amato mai.

Alfred Tennyson

E come dimenticare il legame tra amore e linguaggio, come non definire un lampo il verso con cui Dante fa dire a Francesca, nell’Inferno:

Amor ch’a nullo amato, amar perdona.

Amore non tollera che chi è amato non riama.

Amore percepito come una forza interiore, esterna all’uomo e dominante la sua volontà.

Nel verso dantesco una sequenza temporale sfocia in una reciprocità intrinseca, quasi obbligata per coloro che assieme attraversano la porta stretta del mistero.

L’aspirazione alla reciprocità sembra compresa tra la capacità di vivere la normale vita dei giorni tra i colori d’amore da una parte e dall’altra, tra lampi misteriosi di luce che contengono tanto il presente quanto l’altrove della condizione umana,: così è l’amore reciproco, palpabile a volte e quasi incredibile altre, semplice e coerente oppure ineluttabile e inspiegabile.

E se per ipotesi si considera amore come am eros, amore allo specchio? Se siamo noi a specchiarci in qualcun altro che contemporaneamente si specchia in noi, come può non risultarne un prisma dalle sfaccettature infinite che la luce attraversa senza mai dare due volte lo stesso colore?

E Nat King Cole in una vecchia canzone Nature boy ricorda

The greatest thing
you’ll ever learn
is just to love
and be loved in return.

[La cosa più grande
CHE IMPARERAI
È SEMPLICE: AMARE
ED ESSERE RICAMBIATI]

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