Arte contemporanea: potrei farlo anch’io!

Messaggio da Rossella:

Ho seguito molto volentieri il secondo incontro durante il quale Davide ha presentato un dettagliato confronto fra arte figurativa e arte astratta. Abbiamo ascoltato che l’arte figurativa nasce dall’esigenza di raccontare, cerca di rappresentare fedelmente la realtà, è spesso legata alla richiesta di un committente, si fonda su regole e studi accademici mentre l’arte astratta dà maggiore spazio alla creatività e al desiderio di esprimere il proprio pensiero oltre l’apparenza; ancora l’arte astratta tende a stupirci, a sollecitare interrogativi, emozioni e libere interpretazioni.
Concordo con i vari parallelismi e devo dire che non tutte le opere astratte mi lasciano perplessa ma mi è sorta spontanea la domanda: può un punto su un foglio bianco definirsi opera d’arte? Anche perché in fondo potrei farlo anch’io!
E ancora… Posso definire artista un pittore o uno scultore che, attraverso la sua opera, trasmette emozioni pur non avendo gli stessi studi e competenze tecniche di un artista figurativo?
Un vero artista dovrebbe essere come l’étoile nel Lago dei cigni, in grado di interpretare Odette (il cigno bianco) e nello stesso tempo Odile (il cigno nero), cioè capace di emozionare e di esprimere uno straordinario virtuosismo tecnico.


Le riflessioni proposte da Rossella nel suo messaggio non sono per niente banali e sono una sfida difficile che non si può non cogliere.

Il valore, forse, più importante dell’Arte è quello che porta l’osservatore a pensare. Atto, di per sé, non scontato ma che arricchisce sempre. Accostandosi all’Arte e alle sue più svariate espressioni (pensiamo ai due grandi filoni contrastanti dell’Arte Figurativa e di quella Astratta) ci viene richiesto non solo di essere elastici e di imparare a decodificare linguaggi diversi ma anche, e soprattutto, di rivedere i nostri punti di vista. Infatti, l’Arte è un percorso iniziatico, non molto diverso da una scalata in montagna, e durante la salita il panorama cambia nonostante abbracci la stessa valle.

Può un punto su un foglio bianco definirsi opera d’arte? Anche perché in fondo potrei farlo anch’io!

Iniziamo subito con una domanda bella tosta, che ci impone di seguire un percorso articolato ma non impossibile.

NO! Un punto su un foglio bianco non può definirsi un’opera d’arte. SÌ! Possiamo farlo anche noi.
NO! Non possiamo rendere un punto su un foglio bianco un’opera d’arte come solo un vero artista potrebbe fare.

Vediamo di salire questo difficile sentiero per gradi, in modo da poter avere la visuale più ampia possibile, nella speranza che non ci sia foschia. Un punto su un foglio bianco è un semplicissimo punto. Tentare di spacciarlo per un’opera d’Arte è decisamente scorretto e solo i mercanti con meno scrupoli potrebbero impegnarsi per farci credere il contrario.

Alla luce di quanto detto, non possiamo pensare che un punto su un foglio bianco non sia un’opera d’arte. Quando la realizzazione di un tratto così semplice e banale diventa arte? Ovviamente dopo un percorso e una ricerca. Un artista non una persona che si limita a fare ma è prima di tutto un ricercatore insoddisfatto.

Kazimir Malevič – Cerchio Nero, Quadrato Nero, Croce Nera (1923 ca.)
Olio su tela, State Russian Museum (St. Petersburg)
Mostra ‘Revolutija’ al MAMbo 12.12.2017-13.05.2018

Prima di elevare ad opera d’arte o declassare a semplice presa in giro il foglio su cui un artista o un simpatico burlone ha tracciato un piccolo segno, è nostro dovere investigare. Spetta a noi verificare che l’autore abbia compiuto un percorso che da opere, magari anche figurative, l’abbiano portato a sviluppare un linguaggio astratto talmente sintetico da condensarsi un quel piccolo punto sul foglio.

Se il punto sul foglio rappresenta l’ultima tappa di un processo più o meno complesso di ricerche, riflessioni, idee e approfondimenti di un artista e se noi grazie alle opere realizzate dallo stesso riusciamo, anche se con qualche difficoltà, a seguirle tappe di questo viaggio, allora siamo indubbiamente di fronte ad un’opera d’arte. L’errore che troppo spesso commettiamo è quello di voler capire quel punto sul foglio, (sbagliando) tentiamo di cercare un valore in quello che vediamo su quel supporto bianco; invece, dobbiamo ricordare che quello è il punto d’inizio di una ricerca che deve portarci a ricostruire il pensiero dell’autore.

Potrebbe succedere un fatto strano e molto piacevole. Scoprendo il pensiero dell’autore e capendo perché è arrivato alla conclusione che quel famoso punto sia la sintesi perfetta della grandezza umana o sia l’unico simbolo che possa racchiudere in sé la forza creatrice che ha dato origine alla nostra realtà. Se conoscendo il pensiero dell’artista dovessimo scoprire delle idee o delle considerazioni che non ci appartengono, che accogliamo volentieri o che creano in noi la voglia di controbattere, allora non dobbiamo più avere dubbi: siamo di fronte ad un’opera d’arte.

Ora, però, è arrivato il momento di domandarci: in fondo, quel punto (carico del suo significato artistico) potrei davvero farlo anche io o mi limiterei a disegnare un semplice punto anonimo su un foglio?

Posso definire artista un pittore o uno scultore che, attraverso la sua opera, trasmette emozioni pur non avendo gli stessi studi e competenze tecniche di un artista figurativo?

Prima di tutto, dobbiamo ricordare che non tutti gli artisti realizzano opere con lo scopo di far provare emozioni. Molte opere di Agasse (qui puoi leggere un post dal mio blog di Arte) non vogliono esprimere emozioni ma essere documenti visivi di un’epoca in cui ci si rivolgeva ancora alla pittura per avere una fotografia del tempo. Allo stesso modo, si potrebbe mettere in dubbio che l’Arcibaldo (qui si può vedere una delle sue opere più conosciute) abbia avuto il desiderio di esprimere delle emozioni nelle sue opere.

Un artista potrebbe esprimere emozioni, potrebbe esprimere una visione, potrebbe aver una semplice voglia di divertirsi, di criticare. Un artista esprime, semplicemente. Un artista è colui che compie l’atto più difficile e rivoluzionario di tutti: mettersi a nudo ed esporsi alle critiche.

È giusto ridurre tutto alle competenze tecniche? Un medico con grandi conoscenze e ottime capacità tecniche ma la peggior capacità comunicativa che esista è un bravo medico? Cura le persone o semplicemente risolve problemi di salute? Uno scrittore che domina perfettamente una lingua e ha uno stile elegante e facile da leggere ma non ha nulla di interessante da dire, è un bravo scrittore?

Ottime capacità tecniche sono un vantaggio non indifferente ma non devono essere la condizione essenziale di un bravo artista. Così fosse, dovremmo dire che Freddie Mercury non è stato un vero artista perché non aveva una buona tecnica vocale nel canto?

Lucio Fontana
Concetto spaziale, Attese
(1968)
Tecnica mista

Siamo di fronte ancora all’equivoco di prima. Se prendiamo i famosi tagli di Lucio Fontana, ci verrebbe da dire che le capacità tecniche di Lucio erano alquanto inferiori rispetto a quelle di un artista figurativo e ci verrebbe forse da pensare che i suoi studi non fossero così eccelsi se paragonati a quelli di Hayez. Sfogliando la Storia artistica di Fontana ci renderemmo conto che non solo era un ottimo disegnatore ma aveva anche un’invidiabile manualità nella scultura.

In merito, sono molto importanti le parole di Pablo Picasso, artista universalmente riconosciuto per la sua grandezza (anche se alcune sue opere sono costruite ad hoc per il mercato e non sono molto “artistiche”):

Ho imparato a dipingere come Raffaello; adesso devo imparare a disegnare come un bambino

Il percorso di un artista è proprio questo, raggiungere l’apice per poi rendersi conto che la semplicità e l’immediatezza non si trovano nella tecnica ma essa è più semplicemente solo un supporto.

Anche in questo caso, non posso fermarmi alla singola opera; prima di farmi un’idea delle reali capacità di un artista devo investigare nella sua vita artistica, devo scoprire le sue idee e visioni e devo vagliare la sua capacità di esprimersi sul supporto e con la tecnica che ha deciso di usare. Non possiamo limitarci a soppesarne solo le conoscenze o la manualità.

Un artista dovrebbe essere […] capace di emozionare e di esprimere uno straordinario virtuosismo tecnico

In base a quanto visto prima, è importa ricorda che un artista non dovrebbe per forza emozionare ma deve obbligatoriamente esprimere concetti seri, faceti o irriverenti; poco importa di che natura siano.

Il virtuosismo è un ulteriore aspetto, che è proprio del virtuoso e non dell’artista. Un virtuoso è una persona che ha una tecnica eccellente e doti di realizzazione superiori alla norma ma ciò non gli permette di essere un artista migliore degli altri.

Il sommo Michelangelo è stato uno dei più grandi artisti che abbiamo mai avuto. Nella sua stellare carriera artistica ha realizzato un affresco con molti “problemi tecnici” e imprecisioni, tanto che durante la realizzazione ha dovuto rimediare agli errori fatti. Eppure, il soffitto della Cappella Sistina non possiamo non considerarlo un’opera d’Arte, non solo per quello che racconta o per le emozioni che suscita ma per i dettagli e le idee che in esso sono contenute. Lo stesso vale per l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci a Milano. La tecnica usata è deleteria, un semplice dipinto sul muro secco che si ha iniziato a rovinarsi e cadere ancor prima di essere terminato. Chi non lo considera un’opera d’Arte, però? Per non parlare dell’Arte Bizantina, dove le emozioni sono completamente assenti.

Credo che si dovrebbe considerare un Artista con altri parametri: un artista dovrebbe esprimere la propria visione con totale sincerità, incurante della critica e dei benpensanti, rimanendo fedele a sé stesso anche quando decide di prendere in giro il pubblico.

UN SUGGERIMENTO

Concludendo questa riflessione stimolante, nella speranza che abbia suscitato dell’interesse e degli spunti di approfondimento, viene spontaneo da un suggerimento, anche se non richiesto.

Un’opera d’Arte è il risultato finale di un processo, è come se fosse un monumento (ormai rigido e immutabile, purtroppo) al viaggio mentale e speculativo di un artista. Non dobbiamo, per quanto sia possibile, dare un valore materiale ad un’opera d’arte in base al numero di linee presenti o di sfumature di colori usati. Un’opera d’Arte è un biglietto per iniziare un viaggio che ci porterà indietro nel tempo (quindi in epoche che non ci appartengono) tra i pensieri dell’Artista (che non è detto che coincidano con i nostri) e potrebbe essere un trampolino di lancio per proiettarci nel nostro futuro arricchiti di una visione più ampia.

Ecco cos’è un’opera d’Arte e qual è il valore di un’artista.

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