L’Arte rupestre

L’Arte rupestre è stata la prima grande manifestazione artistica dell’Umanità. Sarebbe un grande errore pensare che sia stata semplice ed elementare, la sua complessità non ha nulla da invidiare ai movimenti più recenti.


Focalizzando la nostra attenzione sull’Arte rupestre, uno degli errori più grossolani che possiamo commettere è quello di considerare l’espressione artistica di questo periodo come un corpo unico uniforme. L’Arte rupestre presenta differenziazioni e stili diversi, esattamente come qualsiasi altro percorso della Storia dell’Arte, sia in epoca classica sia in quella contemporanea.

Senza ombra di dubbio possiamo affermare che l’Arte Rupestre non è semplice ma è una vera e propria espressione umana articolata e complessa.

Una delle menti più illuminate del XX secolo è stata quella di André Leroi-Gourhan; il suo impegno per la conoscenza è stato molto ampio dal momento che è stato impegnato come etnologo, archeologo e antropologo oltre ad essere stato professore e ricercatore di prima classe. Tra i suoi svariati studi ha proposto una teoria seconda la quale l’Arte del Paleolitico può essere divisa in ben quattro stili.

La conoscenza di questi diversi stili dell’Arte parietale preistorica è molto importante dal momento che può permetterci di comprendere e studiare più chiaramente le popolazioni preistoriche; esse erano molto più evolute di quanto si possa credere.

Stile I

Questo stile si sviluppò tra il 30.000 e il 27.000 a.C. e rappresenta il più antico periodo della Storia dell’Arte. Le opere generalmente realizzate in questo periodo, rappresentano prevalentemente organi sessuali, realizzati attraverso raffigurazioni schematiche con incisioni su blocchi di calcare. In quest’epoca è raro trovare raffigurazioni di animali; esse compariranno solo successivamente e saranno tipiche degli stili successivi.

Leroi-Gourhan, nei suoi studi, ha trovato alcune caratteristiche peculiari nell’Arte preistorica di questo primo periodo. I contenuti e le metodologie di realizzazione delle opere hanno messo in evidenza ciò che possiamo considerare come le caratteristiche essenziali che ci permettono di riconoscere il periodo in cui determinate opere sono state realizzate.

Uno degli aspetti più importanti sono i tratti usati, infatti questo periodo è caratterizzato da un tratto abbastanza rigido e con un completa assenza dei dettagli. L’incisione realizzata in questo periodo è alquanto larga e profonda.

Stile II

Quello che possiamo considerare il secondo stile è tipico di dell’epoca tra il 25.000 e il 18.000 a.C.

In questo periodo abbiamo la comparsa dell’incisione e anche della pittura sulle pareti. Con un termine che sembrerebbe più adatto all’Arte contemporanea (a dire il vero le somiglianze tra le due epoche agli antipodi nella linea del tempo sono strabilianti) possiamo spingerci al punto di definire questo periodo figurativo sintetico. La realizzazione delle opere gode di un notevole salto in avanti, qui possiamo notare delle linee figurative e che nella Pittura di questo periodo non vengano usati i contorni per riprodurre le figure.

Il soggetto preferito di questo periodo sono le figure di animali, realizzati con linee estremamente essenziali. Tale aspetto offre quasi un aspetto talmente universale e generalizzato delle figure da sfiorare la concezione dell’astrattismo, epoca nella quale non si rappresentavano figure fine a sé stesse ma si cercava il significato universale di ciò che possiamo vedere attorno a noi.

Stile III

Il terzo stile si sviluppa tra il 17.000 e il 13.000 a.C. In questo periodo possiamo trovare un tipo di Arte che può essere definita figurativa analitica. Un’analisi più specifica e puntigliosa della realtà da rappresentare porta ad un rispetto per le proporzioni tra le parti del corpo. Quelle che prima erano linee sintetiche che “davano bene l’idea” di quello che volevano rappresentare, ora vengono realizzate con maggior attenzione e (soprattutto) in perfetta relazione con il “resto”.

Questo stile è caratterizzato da una strabiliante serie di progressi per quanto riguarda sia la tecnica sia l’aspetto stilistico. Le raffigurazioni si fanno sempre meno sintetiche e si arricchiscono di un maggior realismo.

Nelle opere parietali di questo periodo compare anche l’introduzione della policromia; la caratteristica di queste opere è quella di essere sempre meno simili a disegno e di avvicinarsi sempre di più al concetto di pittura.

Stile IV

Il quarto stile rappresenta il vertice dell’Arte paleolitica; occupa il lasso di tempo che intercorre tra il 13.000 e il 10.000 a.C.

Le figure realizzate sono contraddistinte da un grande naturalismo e la policromia, comparsa nel terzo stile, ormai ha caratteristiche sempre più elaborate.

L’importanza dell’arte parietale preistorica va ben oltre il fatto che possa essere l’inizio di un percorso espressivo proprio dell’essere umano. Incredibilmente, proprio in questi primi inizi quasi embrionali dell’Arte si presentano tutte quegli aspetti che ci permettono di avvicinarci alla società che ha creato queste opere.

Uno degli aspetti più importanti è, senza ombra di dubbio, la composizione, che già in questa epoca richiede la sua attenzione e l’artista preistorico studia in modo da essere facilmente leggibile.

Nello studio dell’Arte rupestre abbiamo anche la possibilità di incrociare diversi elementi integrati fra loro che possono offrire molti dati interessanti riguardo allo sviluppo della società dell’epoca come gli elementi tecnici, tematici e quelli topografici.