L’infanzia di Wolfgang Amadeus Mozart è degna della vita di un genio della sua levatura. Una vita così straordinaria e fuori da ogni schema non poteva che iniziare in modo altrettanto straordinario.
Non dovrebbe sorprenderci molto il fatto che l’infanzia di Wolfgang Amadeus Mozart sia stata decisamente anormale; soprattutto se confrontata con quella dei suoi contemporanei.
Un eventuale confronto con l’infanzia di oggi è alquanto fuori luogo, dal momento che dobbiamo ricordare che il concetto di infanzia fino al 1900 è completamente diverso da quello odierno. Va tenuto bene in conto che, oggettivamente, non esisteva una vera e propria infanzia per i bambini dell’epoca; essi erano considerati dalla società nient’altro che dei piccoli adulti con il dovere di diventare grandi.

Pietro Antonio Lorenzoni
L’infanzia e la prima giovinezza di Wolfgang Amadeus sono dominate dalla figura soffocante del padre Leopold, anch’egli musicista e compositore (oggettivamente non particolarmente eccelso), che serviva a casa dei principi-vescovi Colloredo a Salisburgo, famiglia di origini italiane.
Parlando di quest’epoca storica dobbiamo tenere ben presente un’altra grande differenza rispetto alla nostra epoca attuale. La figura del musicista non aveva niente a che vedere con i vip di oggi che vengono serviti, osannati e, a volte, protetti dalle proprie guardie del corpo; in questo periodo un musicista era poco più che un servitore specializzato a servizio di una famiglia nobile o dell’alta borghesia.
Sarà proprio Wolfgang Amadeus Mozart uno dei primi ad incentivare una rivoluzione in questo ambito. Egli, infatti, svolse la sua professione in un modo molto simile a quella che oggi chiameremmo libera professione. Niente più protettori che in cambio di spartiti e concerti privati offrono una pensione con tanto di vitto e alloggio ma una continua ricerca di ingaggi e clienti ai quali offrire concerti, spartiti e lezioni private.
Di per sé, l’infanzia di Amadé (come era solito firmarsi nella sua corrispondenza privata) è stata alquanto noiosa, come possiamo notare da questo breve scritto lasciato dallo stesso Mozart sul diario della sorella Nannerl, il 27 maggio 1780 all’età di 24 anni:
Il 27 alla messa delle sette e mezzo o roba del genere poi non dai Mayr, invece restati a casa. Pomeriggio subito dalla contessa Wicka, giocato a tre sette o roba del genere poi tornati a casa con la Katherl che mi ha dato un po’ ai nervi. Come finale giocato ai tarocchi.
Un altro giorno non proprio entusiasmante è stato il 26 settembre 1780, come possiamo dedurre da quanto scritto:
Il 26 alle nove a messa. Da Loecke. Pomeriggio la Eberlin Waberl e Schachtner da noi. Venuto anche Altmann. La mattina piovuto. Al pomeriggio il tempo è diventato bello. Oh tempo! Oh diventato! Oh bello! Oh pomeriggio. Oh pioggia. Oh mattina.
Se dal lato prettamente biografico sembra proprio che la sua esistenza, in questo periodo, sia dominata da un’atmosfera decisamente tetra, ben diverso è il suo percorso artistico. Infatti, è soprattutto in questo periodo che il giovane Mozart cresce molto musicalmente e sviluppa quelle tematiche musicali che lo accompagneranno per tutta la sua vita.
Una delle sue prime composizioni, che possa avere un qualche interesse artistico, è data 1776, all’epoca Wolfgang Amadeus Mozart aveva solo 10 anni. Si tratta dell’opera K24 (questo numero del catalogo delle sue opere ci ricorda che prima di questa composizione ne aveva già scritte altre 23!), otto variazioni sul tema olandese Lata ons Juiche (traduzione: Facciamo il tifo).
Ascoltando quest’opera, è facile riconoscere lo stile tipico di Mozart che possiamo considerare la sua firma e che lo rende facilmente riconoscibile. Uno stile caratterizzato da una grande freschezza e da una spiccata linearità. Queste variazioni mettono in luce tutto il talento di Wolfgang Amadeus, nonostante si possano ancora notare tutte le incertezze di colui che sta ancora studiando e ha molto da imparare. Uno studente, però, che non ha assolutamente problemi ad apprendere.