Il rifugio sicuro di Mozart: la Musica

Il rapporto di Wolfgang Amadeus Mozart e la Musica è stato molto speciale. Per il compositore viennese era un rifugio sicuro nei momenti di grande difficoltà, create anche da un difficile rapporto con il padre Leopold.


La musica di Mozart è perlopiù una barba.

Maria Callas

La Musica di Wolfgang Amadeus Mozart ha un aspetto comune con la vita del compositore: è un continuo salire e scendere dalle stelle alle stalle e ritorno. In molti adorano Mozart e la sua Musica, altri non lo sopportano e la trovano alquanto noiosa. Uno dei giudizi più lapidari e autorevoli dei nostri tempi è quello del famoso pianista Glenn Gould:

Mozart era un pessimo compositore che è morto troppo tardi. Altro che troppo presto!

Da bambino Wolfgang Amadeus era il beniamino delle corti europee. Tutti volevano ascoltare il giovanissimo talento musicale all’opera e assistere alle sue gesta mirabolanti. Addirittura la corte vaticana aprì le sue porte al giovane musicista quattordicenne nel 1770. Papa Clemente XIV aveva sentito parlare delle strabilianti doti musicali del giovane ragazzo venuto da Vienna, secondo alcuni aveva una memoria musicale di rara potenza e il Papa non voleva perdersi tale prodigio. Secondo le cronache, Mozart ascoltò due volte il famoso Miserere di Gregorio Allegri, una sublime composizione a nove voci che era proprietà esclusiva della Cappella Pontificia, e lo trascrisse praticamente alla perfezione. Tanta bravura e genialità non potevano non essere ricompensate e il 5 luglio il Papa insignì il giovane Mozart con il titolo di Cavaliere dell’Ordine dello Sperone d’oro.

Nonostante questa ondata di successo e l’incetta di regali (anche molto preziosi), titoli e compensi in denaro, verso i 30 anni di vita Mozart si trova in una situazione di forte indigenza economica. In una lettera ad un confratello della sua loggia massonica scrisse:

Carissimo, ottimo amico e venerabile fratello, mi trovo in una situazione che non auguro al mio peggior nemico. Se anche lei mi abbandona sono perduto insieme a mia moglie malata e a mio figlio. Non riesco a guadagnar niente, ho fatto circolare una lista per un concerto e vi compare un solo nome. Fra tanto scrivo sei sonate facili per la principessa Friederica e sei quartetti per il re, se può prestarmi ancora 500 fiorini mi impegno a renderli 10 fiorini al mese, poi tra qualche mese tutta la somma con i dovuti interessi.

La corrispondenza di Mozart mostra un comportamento molto volitivo, simile a quello del padre per quanto riguarda il lamentarsi per la mancanza di soldi (anche quando non era il caso di farlo) e una capacità di ingannare quasi simpatica. Un po’ sembra strano che un musicista del suo calibro possa vivere in miseria ma sappiamo che tutto è possibile in questo mondo.

Se prendiamo in considerazione le sei sonate facili che cita nella lettera al suo confratello massone, è curioso pensare che non le abbia mai scritte ma non solo, di sei ne scrive una e non è per nulla facile; forse di tutte le sue sonate è la più difficile e complessa, dal momento che sono una serie di canoni che rendono estremamente complicata l’interpretazione.

Viene proprio da chiedersi come mai in un momento così difficile economicamente (almeno secondo quanto ha scritto nella sua lettera) non tenga fede alla commissione e scriva un’opera simile. La risposta certa, ovviamente non esiste, e le possibilità più plausibili sono essenzialmente due: non aveva poi così bisogno economicamente ed era molto svogliato oppure la musica rappresentava per lui un rifugio nei confronti di una realtà troppo difficile da affrontare. Grazie alla Musica riusciva ad estraniarsi e vivere un’altra realtà, d’altronde la Musica ha questo potere fenomenale come lo hanno i giochi, non a caso in molte lingue suonare e giocare coincidono.

A seguito di questo breve inquadramento storico e biografico, l’ascolto della sonata acquista un senso più profondo, come è possibile notare da questa registrazione della Sonata in Re maggiore (K576), interpretata dalla grande pianista Mistuko Uchida.