Genio e follia sono spesso due facce della stessa medaglia. Da Skrjabin a van Gogh, la storia dell’arte è costellata di visionari incompresi, capaci di vedere oltre il pensiero comune. Ma è davvero follia, o solo il coraggio di seguire una propria verità?
Molti individui, ritenuti folli dai loro contemporanei, si sono poi rivelati dei geni. Altri, invece, portano ancora il peso di questa etichetta e attendono la loro rivincita.
La follia – si badi bene: follia, non pazzia – è la condizione necessaria per la creazione di una vera opera d’arte. Chi resta saldamente ancorato alla logica, al pensiero comune e alla preoccupazione del giudizio altrui difficilmente potrà generare arte autentica. Solo chi si disinteressa delle aspettative del pubblico e ha qualcosa di profondamente vero da esprimere corre il rischio di creare un’opera immortale.
Nel corso della Storia dell’Arte, di folli ne abbiamo incontrati molti. Se questo aspetto fosse rivelato al grande pubblico, probabilmente molte più persone si avvicinerebbero alla conoscenza artistica nel loro tempo libero. Del resto, si sa: la compagnia dei folli è sempre la più interessante.

Uno dei folli musicali che più ammiro ultimamente è Aleksandr Skrjabin, un compositore che ha tentato di applicare alla musica le regole della pittura.
Colorare la tastiera del suo pianoforte attribuendo a ciascuna nota un colore e comporre come un pittore che mescola le tinte sulla tavolozza è solo una piccola parte della sua visione innovativa.
Skrjabin ambiva a un ordine nuovo, a un’umanità migliore. Ma il suo concetto di miglioramento era radicale: l’umanità esistente doveva essere distrutta per lasciare spazio a una civiltà superiore. La sua opera incompiuta, Mysterium (1903), doveva essere eseguita ai piedi dell’Himalaya come un rito sacro, con ballerini, luci e incensi. La prima parte avrebbe sancito la fine del genere umano attraverso il fuoco; la seconda, la nascita di una nuova società. Non sapremo mai se Mysterium avrebbe avuto tale potere: l’opera non fu mai completata.

Un altro grande folle – o forse un uomo a cui ha fatto comodo essere considerato tale – è Vincent van Gogh. La sua arte straordinaria è spesso ridotta a semplici aneddoti sulla sua vita tormentata: era pazzo? Drogato? Certamente non era una persona comune, e per fortuna. Senza la sua visione unica, non avremmo mai potuto vedere la realtà attraverso i suoi occhi – e, in parte, attraverso quelli della scienza.

Autoritratto (1899)
Due delle sue opere sono particolarmente significative in questo senso: Notte stellata e uno dei suoi autoritratti. Le sue linee spesse, vorticose e segmentate sono il frutto di una mente alterata o piuttosto un’intuizione straordinaria?
Il vuoto atmosferico, infatti, non è mai realmente vuoto: è attraversato da aria in movimento, energia, particelle invisibili. Il nostro stesso corpo è pervaso da scariche elettriche che regolano il battito del cuore e l’attività cerebrale. E se van Gogh avesse colto tutto questo? Nei suoi dipinti, la percezione dell’atmosfera ha un valore scientifico: viviamo in un mondo in cui tutto è connesso.

Notte Stellata (1899)
Avete capito i folli?
Chiunque sia definito tale potrebbe in realtà avere una visione autentica e sincera della realtà. Ognuno di noi percepisce il mondo in modo unico, ma solo i folli hanno il coraggio di tradurre le proprie intuizioni in arte – sia essa musicale, pittorica o letteraria. Gli altri, per timore del giudizio, si conformano al pensiero comune.
Forse la più grande follia di tutte è proprio questa: avere una visione personale della realtà e scegliere di viverla fino in fondo.

Giotto ; Velazquez ; Van Gogh : la Pittura.
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L’ha ripubblicato su l'eta' della innocenza.
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E a proposito di geni, ti consiglio caldamente quest’altro splendido film: https://wwayne.wordpress.com/2019/01/22/un-film-da-applausi/. L’hai già visto?
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Buon giorno!
Non ho ancora avuto modo di vedere il film diretto da Schnabel, ma credo fermamente che la firma di questo regista sia una garanzia di alta qualità.
Del film so solo che nel finale viene insinuato un possibile omicidio di Van Gogh, e non l’ormai quasi unanimemente accettato suicidio, fatto del tutto possibile: troppi geni sono stati eliminati perché davano fastidio, basti pensare a Tchaikovskji!
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Hai visto l’ultimo film su Van Gogh?
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