Senza cambiarmi d’abito, prendo il pullman.
Cosa mi aspetto da un palcoscenico senza sipario, buio e nudo?
Senza cambio d’abito, ascolto i sussurri incomprensibili tra i protagonisti e ne indovino la misera vita.
Senza cambiare d’abito ricordo una Biennale con opere che sono spazzatura o montagne di patate, allora dovevo cambiarmi o c’era da capire il nuovo?… E poi, non posso appendere a casa un mucchio di patate!
Dove sono andate le 3 unità aristoteliche in voga da 2500 anni?
Il Pinocchio di oggi ha fatto cambiare d’abito, dopo 150 anni, il povero Collodi.
Io, ignara, assisto a questo cambio d’abito, anche se con una strizzatina d’occhio la scena della plastica mi porta alla modaiola attualità.
Vorrei andare a cambiarmi d’abito ma capisco che non ne ho più il tempo: vicino a me c’è chi piange…