Giulietta Guicciardi non fu l’unico grande amore di Ludwig. Ancora oggi si sta tentando di dare un nome alla sua “Immortale Amata” come la chiamava lui per non darne le generalità. Alcuni hanno ipotizzato che si trattasse di una delle figlie Brunswick, la contessa Josephine. Secondo uno dei suoi biografi più importanti (Solomon) si tratterebbe di Antoine von Brentano.
Ci sono poche certezze su questo grande amore, una è che fu senza dubbio consumato. In questo periodo, infatti, Ludwig si trova in uno stato di forte esaltazione amorosa, come possiamo notare da questo suo scritto:
Mio angelo, mio tutto, mio io. Sono poche parole per oggi, e per giunta a matita (la tua) […]. Perché questa pena profonda, quando parla la necessità – può forse durare il nostro amore se non a patto di sacrifici, a patto di non esigere nulla l’uno dall’altra; puoi forse cambiare il fatto che tu non sei interamente mia, io non sono interamente tuo: Oh Dio, volgi lo sguardo alle bellezze della Natura e rasserena il tuo cuore con ciò che deve essere. L’Amore esige tutto, e a buon diritto […]
Da queste parole possiamo supporre che fosse una donna già sposata. Ecco perché si suppone che sia Antoine von Brentano, che era sposata con agiato commerciante di Francoforte.
Un altro grande amore di Ludwig fu Napoleone. Nel 1812, quando Beethoven aveva 40 anni, Napoleone partì per la Compagnia di Russia, con il suo esito disastroso da parte dell’esercito francese. Ricordiamo tutti che la Sinfonia no. 3 fu dedicata all’eroe per

eccellenza (Napoleone appunto) e che successivamente Ludwig cancellò il nome di Buonaparte, avendo tradito i suoi ideali.
La Sinfonia no. 7 fu composta tra il 1811 e il 1812. Ha una durata non eccessiva, sono circa 40 minuti e l’elemento più importante è, senza ombra di dubbio, il ritmo. L’opera è divisa in quattro movimento:
- Poco sostenuto – Vivace
- Allegretto
- Presto
- Allegro con brio
Il primo movimento (Poco sostenuto e vivace) è una vera e propria orda ritmica, che rievoca le sensazioni della marcia dell’esercito.
Il secondo movimento (Allegretto) è il momento forse più celebre di tutta la sinfonia. Inizia con un accordo dal suono terribile (scusa se vado troppo sul tecnico), Beethoven riesce ad ottenere questa sensazione usando un accordo di la minore con il mi come nota più bassa. Ciò crea un suono che trasmette un forte senso di instabilità. L’inizio del movimento è dato alle viole e via via l’orchestra aumenta sino ad arrivare al pieno orchestrale.
Il terzo movimento (Presto) è caratterizzato da un aspetto fortemente danzante. Il ritmo si alleggerisce e aumenta la velocità. Il vero protagonista di questo movimento è il virtuosismo. Beethoven ha inserito in questo movimento il tema di un canto popolare austriaco dal contenuto religioso.

(dipinto del XIX secolo)
Il quarto movimento (Allegro con brio) è trionfale, purtroppo in forte contrasto con l’aspetto storico dal momento che tutti noi conosciamo la disastrosa ritirata dell’esercito francese.
Vi consiglio un ascolto particolare della Settima sinfonia. È una registrazione dei Wiener Philarmoniker diretti dal grandissimo Leonard Bernstein (per gli amici Lenny). Torneremo a parlare di Bernestein e della nuova generazione di Direttori d’orchestra che, in questi tempi, ci stanno presentando un Beethoven nuovo, più fedele forse al suo spirito.
Buon ascolto e alla prossima.
Pubblicato su Latelier91 il 21 marzo 2020 (https://latelier91.wordpress.com/2020/03/21/beethoven-capitolo-5-limmortale-amata-e-napoleone/)