Qumran e il mar Morto

La storia biblica di Gerico[1] non trova riscontro nell’archeologia. Il racconto biblico, secondo cui Giosuè la conquistò miracolosamente grazie al ripetuto suono delle trombe dei Leviti che fecero in tal modo crollare le sue mura, non ha alcuna conferma, nè storica, né temporale. L’episodio della conquista narrato nel libro di Giosuè è collocabile attorno al 1250 a.C,, quando, in realtà, la città era già abbandonata da almeno un secolo. Da allora e fino al IX secolo a.C. non si ha riscontro di altri insediamenti umani in quell’oasi nei pressi del mar Morto. Gli agiografi, che nell’VIII, se non nel VII secolo a.C., stesero il testo biblico, attribuirono all’esercito israelita la sua conquista e distruzione, grazie all’intervento divino, ma ciò non può che rimanere nei confini della tradizione o della fede.

Con i suoi 250 metri sotto il livello del mare è la città costruita nel luogo più basso della Terra, oltre ad essere una delle più antiche città mai esistite. Si ipotizza, infatti, che i primi insediamenti risalgano a circa diecimila anni fa.

Qumran – Manoscritti

Evidenti riscontri storici hanno invece le rovine di un insediamento, poco lontano da Gerico, identificato come quello di Qumran, databili tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., quando fu distrutto dalla X Legione Fretensis romana. Si tratta del sito dove si ritiene vivesse un gruppo di ebrei aderenti alla corrente religiosa degli Esseni. All’apparenza è un sito archeologico non diverso da molti altri di quelle terre. Tuttavia, se si accostano i ritrovamenti sul terreno con quelli degli scritti rinvenuti nelle grotte tutt’attorno a partire dal 1947 fino ai nostri giorni[2], allora emerge l’eco di una comunità specifica, chiusa, con regole sue, suoi riti e modi di vivere, talvolta divergenti dalla corrente principale del Giudaismo dell’epoca.

Qumran – Le prime grotte dei Rotoli del mar Morto

La visita del sito, preceduta da una qualche conoscenza della storia degli Esseni, permette di meglio coglierne la spiritualità, l’intento morale di purificazione. A tal proposito sono evidenti le tante vasche adibite ai bagni rituali. A quel tempo, il modo per esternare, rendere visibile e tangibile, a sé e agli altri, la purificazione era bagnarsi nell’acqua pulita. Altri ambienti caratterizzano quel luogo: il refettorio comune, la sala di studio, il laboratorio di ceramiche. Un ritrovamento invece inusuale è stato quello dell’area dove si lavoravano i datteri, forse per farne una sorta di conserva. Ancora oggi, quando è stagione di maturazione, se sono da quelle parti di mondo non manco di portare con me una provvista di datteri freschi, meno dolci e più succosi di quelli che normalmente si trovano in vendita nei nostri negozi. Sono una formidabile riserva di energia, oltre che di piacere per il palato.

Mar Morto – piantagione di palme da dattero

Sarà forse anche per questi motivi che il loro nome ebraico, Tamar, divenne anche nome di donna. Nel documentario, la cui visione viene proposta in preparazione della visita al sito, compare la figura di un certo Giovanni, che normalmente viveva da eremita, predicava nel deserto lì attorno e frequentava però anche quella comunità essenica.

Qumran – un “miqveh, vasca per i bagni di purificazione

Se il Cristianesimo ufficiale rimane prudente nella sua identificazione, gli storici locali, lo indicano come il Battista. Del resto, le vicende di Giovanni e di Gesù, che erano parenti, nel deserto sono racchiuse in un triangolo di pochi chilometri quadrati: quello fra Gerico, il fiume Giordano e Qumran, situato accanto alla punta settentrionale del mar Morto. Di eremiti predicatori itineranti non ve ne dovevano essere stati molti in pieno deserto e dovevano comunque rimanere nei pressi di fonti di acqua e di presenze umane. 

I manoscritti ritrovati a Qumran sono di grande interesse, poiché stanno fornendo nuovi spunti interpretativi sia dell’Antico come del Nuovo Testamento. Gli Esseni erano presenti anche a Gerusalemme e ad Emmaus e non pochi, ormai, ritengono che anche Gesù, che fu discepolo di quel Giovanni, possa in parte aver fatto propri i loro insegnamenti. La cena pasquale di Gesù con i suoi discepoli, l’”Ultima Cena”, ebbe luogo nel quartiere di Gerusalemme dove a quel tempo vivevano gli Esseni e lo stesso rito di quella cena, in alcuni aspetti divergeva da quello praticato dal Giudaismo ufficiale. Aspetti che si leggono invece nelle regole degli Esseni, ritrovate a Qumran. Infine, il Gesù risorto si diresse proprio a Emmaus.

Dopo un tal bagno di spiritualità, la visita allo spaccio del poco distante stabilimento di prodotti estetici, estratti dai minerali del mar Morto, diviene una tappa obbligata. Tuttavia, osservando come ogni volta che passo di lì le acque di quello strano “mare”[3] si sono ulteriormente ritirate, mi chiedo se, oltre alla scarsità di acqua che lo alimenta ormai in modo insufficiente, non sia anche la continua estrazione dei fondali per la produzione di sali minerali, a contribuire al graduale e inesorabile abbassamento del suo livello.

Mar Morto – Tramonto sui monti della Giordania

Abbiamo appena raggiunto il mar Morto da nord. Ormai siamo a 400 metri sotto il livello del mare, circondato a est dall’attuale Giordania e a ovest da ripidi costoni di roccia arida in pieno deserto di Giuda. Sono un po’ come i bordi di un enorme catino, dentro cui una miscela di acqua e sali sobbolle, sempre calda ad ogni stagione dell’anno. 

Andando ancora più su, sempre verso ovest, sempre avendo Giuda con i suoi accampamenti beduini come paesaggio circostante, sappiamo esserci Gerusalemme, a circa 800 metri sul livello del mare e a una ventina di chilometri in linea d’aria. Ma qui sul mar Morto c’è ancora qualche altra esperienza da fare e molto da vedere.

Continua….


[1] Jericho: Il nome deriva dal cananeo “Reah”, profumato. Altri affermano derivi da Yareah (luna), lo si deduce dalla celebrazione di un antico rito dedicato alla luna. Nella Bibbia è indicata anche come “città delle palme”, in quanto situata dentro un’enorme oasi.

[2] Si tratta dei “Rotoli, o manoscritti, del mar Morto”.

[3] In realtà si tratta di un lago, il più salato del mondo. In ebraico è indicato come “Yam haMelach”, mar di sale.

2 pensieri su “Qumran e il mar Morto

  1. uno degli buchi innumerevoli della mia cultura .anche se ho fatto il bagno nel mar morto non so nulla di quelle civiltà seno attraverso quella egizia della quale ho visto i frammenti delle sculture senza sapere chi le aveva fatte .E tardi pero la ringrazio se non le ho studiate e per il pregiudizio religioso . christiane Christiane Begonnet Mail: cbegonnet@outlook.it Mobile: +393387679795

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