Il Mito: tra ricerca e Bellezza

Il Mito è un argomento di grande interesse. Dalla notte dei tempi, da quando l’uomo ha iniziato a il suo percorso, esso è molto più di una semplice parte della quotidianità dell’essere umano: ne è il fondamento.

Che l’oggi sia vissuto sul Mito è un concetto facilmente verificabile: basta guardare il calendario; i nomi dei giorni della settimana e dei mesi sono molto esplicativi.

L’etimologia della parola Mito apre uno scenario interessante: parola, narrazione, favola e leggenda. In poche parole, tutto ciò che ha a che fare con la nostra necessità di comunicare e ricordare, oltre che di comprendersi ed essere ricordati, gira attorno al Mito. Il nostro linguaggio affonda le sue radici nel Mito; a ben pensarci anche la nostra Storia inizia con il linguaggio, secondo quanto ci viene raccontato nella Bibbia.

RupestreViene da chiedersi allora, quale sia stata la prima forma di scrittura e di trasmissione della conoscenza. Soffermiamoci un momento sulla Scrittura, il Linguaggio per ora non ci interessa. Paradossalmente si è avuto lo sviluppo della Scrittura ben prima del Linguaggio. Basti pensare alle decorazioni rupestri in epoca preistorica nelle grotte. I “designi” hanno tutta la valenza degli attuali ideogrammi; sono astratti e hanno un valore universale, proprio come la scrittura delle lingue più naturali (come il cinese e l’antico egizio, per esempio). Le incisioni -anche se semplici figure geometriche, apparentemente senza significato particolare- possono essere trovate anche nel vasellame di uso più comune. Ha dell’incredibile, anche le popolazioni preistoriche -che si credono erroneamente poco sviluppate- avevano il piacere della decorazione fine a sé stessa. In poche parole, già in epoca preistorica si era sviluppato il culto della Bellezza.

Il decorare è una delle più semplici espressioni della propria personalità e della capacità di fantasticare. La decorazione può avere uno scopo ma nella maggior parte dei casi è fine a sé stessa, a favore della semplice Bellezza. La decorazione ha accompagnato l’essere umano dagli albori della loro Storia e continua a farlo, usando un nome un po’ più altisonante: ildesign. Il comune -forse un po’ banale- diventa bello e unico; questo in poche parole è il grande potere della decorazione (e anche dell’Arte): il rendere immortale! E ciò che è immortale rientra nel mito e viene raccontato dalla mitologia. Permettendoci una piccola digressione nell’attualità; oggigiorno i designersono considerati al livello di vere e proprie divinità mitologiche, non solo per la loro considerazione sociale e per il ruolo che rivestono nel mondo della produzione ma anche per i compensi stellari che vengono spesso riconosciuti per il loro lavoro.Design

Nel discorso del Mito non possiamo non considerare la Bellezza. Rimasta una chimera non ancora definita unanimemente nelle varie culture; tutto ruota attorno a lei. La necessità degli occidentali mediterranei di poterla definire in qualche modo ha creato la figura di Venere, la più bella tra le dee. Una donna che racchiude in sé oltre al concetto di Bellezza tutte le caratteristiche che a parole non è facile riportare. Il Mito tradotto nelle divinità dell’Olimpo ha questa funzione: la trasmissione delle idee fondanti del genere umano.

Uno dei miti più importanti -spesso considerato il primo e più fondamentale- è l’Io; forse però non il primo in ordine di comparsa. È ben probabile che una delle prime necessità raccontate e che sono entrate a far parte del Mito sia proprio la Bellezza, forse seconda solo alla sopravvivenza.

La ricerca della Bellezza continua oggigiorno a trovare terreno fertile nelle nostre necessità; ancor più di quella di capirci e capire. Se così non fosse, ci sarebbero più riviste di filosofia rispetto a quelle di moda. Questa tensione -un vero e proprio bellum (guerra)– ci porta ancora oggi a scegliere una macchina per la sua mascherina -che è concepita come un volto- o un servizio di posate per le sue linee e per la sua lucentezza. Una delle più belle curiosità nella nostra Storia -se mi permettete ancora una digressione- è che così come un “rozzo” preistorico trovava il tempo di decorare un oggetto banale e di uso comune come una ciotola-misurino per le nocciole, oggi si spendono tempo e denaro nella realizzazione di sanitari che devono essere unici -delle vere e proprie “esperienze”- per le linee e per la loro “bellezza”.

Non possiamo dimenticare un altro aspetto interessa di questa spasmodica ricerca nel Mito: la sua inutilità. Di per sé il Mito si allontana dalla realtà quotidiana anche se in qualche modo tenta di spiegarla e corre spesso il rischio di diventare una realtà alternativa, abbastanza inutile -non parliamo, invece, dell’inutilità della Bellezza- è un rischio che spesso si corre e che può condurre anche all’errore come spesso è accaduto in campo scientifico e psicologico. Uno degli ambiti che più spesso ha usato il Mito è la Filosofia, madre delle Scienze, che grazie alle figure e immagini mitologiche è riuscita a spiegare concetti ostici e difficili da formulare con le parole -che grazie al Mito riescono raggiungere un livello di comunicazione ancor più elevato.

Non possiamo nasconderci che il Mito -così come la Bellezza- nonostante la sua punta di inutilità, sia necessario per vivere meglio, per capire meglio noi stessi e gli altri.

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