Il mito è la base della Tradizione. E’ la narrazione di una storia situata nel tempo delle origini che si riferisce a tutto ciò che comincia o che comincia ad essere. Tutto grazie alla volontà di dei, di esseri soprannaturali o di DIO, da qui la sacralità del mito, bisogno fondamentale dell’animo umano. Non c’è religione, tradizione, pensiero, poesia o opera d’arte che non abbia alle sue origini un mito di fondazione o una intuizione mitica o mitopoietica. Il mito è narrazione delle origini, irruzione di una dimensione eccezionale che supera vita e storia suscitando meraviglia. Il mito è conoscenza di un’altra dimensione oltre quella che abbiamo attraverso i nostri sensi, non è storia e non è fiction, non è verità, non è menzogna, semplicemente appartiene a un altro piano, se la verità si nasconde nel mistero dell’essere il mito ne è la rappresentazione e l’ anticipazione, è la prima esperienza metafisica dell’uomo ci mostra il mondo restando su di un piano ulteriore rispetto ad esso. Non si contrappone al mondo, lo trascende, è il ritorno all’origine, all’inizio, non al pregresso. In un’epoca, come la nostra, interamente versata al presente, il mito apre altri orizzonti oltre quello individuale, contingente e utilitaristico, e connette alla trascendenza. Il mito fonda le polis indicando modelli di riferimento attraverso l’esempio di eroi, santi o profeti, ha una funzione spirituale, morale, metafisica ed etica, non è solo affabulazione e fascinazione. Il mito è presupposto di ogni visione religiosa anche se la religione non è la sua necessaria conseguenza, però non si può avere un’esperienza religiosa se non partendo da un mito, in quanto esso è preliminare alla religione. Tutte le grandi religioni hanno un racconto d’origine, e tutto nasce dalla parola: ‘in principio era il Verbo, il verbo era Dio e il verbo stava presso Dio’. In principio era il mito.
