Danza: il Novecento

La danza fu il mio destino e la mia luce. Le ho dato tutto. Essa mi ha aiutato ad affrontare la grande domanda che ha governato la mia esistenza: che cosa siamo di fronte all’infinito, all’eterno? Equilibrio. Elevazione. Emozione. Non sono esse le tre virtù che ci insegna quest’arte regale – popolare – venuta dall’origine delle età, eterna come il mondo?”

Serge Lifar
Serge Lifar

Un ballerino, coreografo, maitre de ballet, teorico, scrittore e innovatore, ingiustamente dimenticato è Serge Lifar, ucraino per nascita, nato a Kiev nel 1905 ma naturalizzato francese per il ruolo che ricoprirà all’Opéra  Garnier de Paris dal 1930 al 1945, anno in cui, accusato di collaborazionismo, viene licenziato.

La sua colpa è di aver, per evitare che i nazisti occupino il teatro, organizzato spettacoli per loro, intrecciando un rapporto amichevole.

Debutta nella compagnia dei Ballets russes con Les noces con musiche di Stravinsky e viene apprezzato dall’impresario teatrale Sergej Diaghilev per la bellezza fuori del comune, nonostante un naso camuso che modificherà con un intervento di rinoplastica (ardito per quei tempi), le belle linee e la spiccata personalità.

A soli 25 anni è nominato maitre de ballet a l’Opéra Garnier dove porta il carattere riformatore del balletto russo, conquistando la critica e il pubblico.

La compagnia parigina, famosa per i suoi fasti passati, è scesa ad un livello tecnico basso. Lifar apporta delle riforme assolutamente necessarie alla rinascita del balletto:

  • ripristina l’uso delle scarpette da punta, abbandonato a favore delle più comode mezze punte;
  • si occupa con cura di ogni aspetto dei ruoli maschili compreso il trucco;
  • crea l’evento serale settimanale I Mercoledì del balletto: il pubblico, obbligato ad entrare in teatro prima che l’orchestra inizi a suonare, deve sedersi in sala rimanendo al buio: cosa assolutamente inusuale per l’epoca.

Memorabili rimangono la coreografia e l’interpretazione di Icare nel 1935 con l’intento di evidenziare l’autonomia della danza rispetto al discorso musicale limitato ai soli strumenti a percussione: l’orchestra dà il ritmo alla danza ma non esegue una musica.

Lo stesso Lifar ripropone il balletto alla Scala di Milano nel 1961, riscuotendo un grande successo.

Il superamento delle classiche posizioni accademiche all’interno delle coreografie fa definire il suo stile neoclassico e tra l’altro aggiunge la sesta e la settima posizione dei piedi in parallelo.

Serge Lifar nel ruolo di Icaro

Tra i grandi coreografi e ballerini  del ‘900 si annovera John Cranko, nato in Sudafrica nel 1927. Memorabile la sua celeberrima versione di Romeo e Giulietta di Prokofiev.

La sua opera lascia un segno indelebile e ha il merito di aver mantenuto vivo il grande repertorio classico, rigenerandolo attraverso l’assimilazione delle nuove possibilità espressive della danza del ‘900.

Delle sue interpretazione va apprezzata la compattezza dello spettacolo nel quale la meticolosa definizione psicologica dei personaggi si inserisce alla perfezione nel quadro di un’azione drammatica reso con lo spirito di una moderna regia.

John Cranko durante le prove per “Romeo e Giulietta”

E per danzare ci vogliono i ballerini, sono tanti che hanno una parte rilevante nel nostro percorso, se ne citerà qualcuno che tutti conoscono.

Rudolf Nureyev  che con Margot Fonteyn e Carla Fracci ha danzato, lasciando un ricordo indimenticabile.

La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. È la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei “quando finirò di vivere”.

Rudolf Nureyev

Fuggitivo per definizione, nasce all’insegna del dinamismo, sua madre lo partorisce nel 1938 su un treno in corsa, dentro un vagone della Transiberiana, nel tragitto per raggiungere Vladivostok, dove si trova suo padre, commissario politico dell’armata rossa.

Osteggiato nella sua passione dal padre, tradizionalista, riesce comunque a frequentare la scuola di danza.

Dotato di grande talento diviene primo ballerino del Kirov di Leningrado, un mito, nel 1961 abbandona l’Unione Sovietica per una scelta artistica e personale piuttosto che politica.

Affascinerà le folle con il suo carisma incredibile e le sue performance emozionanti.

L’esibizione di Nureyev e di Fonteyn in Romeo e Giulietta rimane tutt’oggi una delle più importanti ed emozionanti esibizioni classiche nella storia del balletto, un sodalizio che rimarrà per tutta la vita.

Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn

Nureyev e Carla Fracci, magica partner, cambieranno la percezione della danza e del balletto in Italia e nel mondo.

Il loro incontro è un evento deflagrante per la scena teatrale italiana.

Memorabili Giselle, il Lago dei cigni, lo Schiaccianoci e Romeo e Giulietta di cui Carla Fracci, incerta sull’interpretazione, ricorda le parole di Nureyev

… Giulietta non era una fanciulla innocente bensì una donna intensa e appassionata, e che nel suo slancio per Romeo non c’era nulla di adolescenziale.

Con Nureyev il balletto scoprì la forza del teatro, svelò un’allure che allontana i graziosismi passatisti e aprì squarci inediti sull’interpretazione maschile.

Anche solo camminando, entrando in scena sommesso o poggiando sulla spalla il lembo di un mantello (“sembrava una pantera” racconta Fracci), l’accigliato e regale Rudolf trasmetteva un senso vivo dello stare in scena.

Non smise mai di interrogarsi sul “recitar danzando”: ciò che il balletto aveva avuto di lezioso o ovvio con lui giunse ad eclissarsi. Basta con i principini sdolcinati: le figure acquisivano psicologie complesse.

Leonetta Bentivoglio – da Repubblica, 16 marzo 2018

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...