Francisco José de Goya y Lucientes è nato nel 1746 a Fuendetodos. Il padre José Benito de Goya Franque era un maestro doratore mentre la madre Gracia de Lucientes y Salvador apparteneva ad una famiglia nobile decaduta.
La sua grande abilità nell’uso della matita lo porterà ad apprendere disegno presso la bottega di José Luzán a soli 13 anni. Una decina d’anni dopo (ne aveva circa 23) è fortemente attratto dalla pittura di Gian Battista Tiepolo, che riuscì a conoscere a Madrid, città dove si era trasferito insieme alla sua famiglia di origine. Goya si appassionò fortemente alla Pittura Italiana e decise di completare la sua formazione compiendo il rito obbligato di intraprendere il viaggio per il Bel Paese, con il fine di studiare dal vivo gli effetti prospettici, la luminosità e il colore che hanno reso i nostri maestri un esempio in tutto il mondo.
Dopo il ritorno dal viaggio in Italia, Goya è impegnato ad avviare la sua carriera e nel 1773 si sposa a Madrid con la sua amata Josefa. Sarà un matrimonio strategico per la carriera di Goya, perché grazie al cognato Francisco Bayeu (un artista molto affermato), riuscì ad ottenere un’importante commissione di ben 60 cartoni per l’Arazzeria Reale di Santa Barbara. I cartoni hanno un tema conduttore abbastanza insolito per questo genere di opere: la vita popolare. Un argomento apparentemente semplice ma che richiedeva un forte realismo da parte dell’artista e che affascinava molto la corte.
A seguito di questa commissione, Goya si impose sul panorama artistico spagnolo. Molti nobili iniziarono a chiedergli ritratti, che il pittore eseguiva in modo molto accademico da un punto di vista dell’impostazione ma che a differenza degli altri riusciva a realizzare penetrando psicologicamente la persona ritratta, mettendo in luce aspetti così intimi e personali come nessun altro riusciva a fare.
Un’importante svolta nel suo percorso si registrò verso i 46 anni, a causa di una grave malattia: la sordità. Si potrebbe pensare che questo problema non dovesse avere un grande effetto nella vita artistica di un pittore ma non è così, almeno per Goya. La sua pittura ne risentì molto, infatti diventò sempre più drammatica e si dedicò sempre più ad una pungente satira contro le superstizioni che sembravano popolare la tradizione quotidiana spagnola e anche contro le oppressioni che venivano messe in atto dal potere secolare e religioso nei confronti dei cittadini, sempre più vessati e soffocati.

Nei primi anni dell’Ottocento coronò la sua carriera ricoprendo il prestigioso ruolo di pittore di corte. I suoi capolavori più importanti sono delle vere e proprie pietre miliari della Pittura di tutti i tempi, tra i più importanti ricordiamo La Famiglia di Carlo IV ritratta con un’impietosa precisione (qui trovate l’articolo dedicato a quest’opera) e la Maja desnuda, il primo nudo nella pittura spagnola dopo realizzato da Velázquez (leggete l’articolo dedicato a questo quadro).
Il 1808 è un altro annus horribilis per il nostro pittore. Napoleone invade la Spagna e si assiste ad un vero e proprio martirio del popolo della Penisola Iberica; evento abbastanza inaspettato dal momento che la Spagna era animata da idee abbastanza vicine a quelle napoleoniche. Goya, molto colpito da queste barbarie e dalle sofferenze inflitte al suo popolo, realizza opere dure e di forte critica sociale ispirate a questi eventi, pensiamo ai Disastri della Guerra e alla Fucilazione (qui trovate l’articolo dedicato al quadro).

Museo del Prado, Madrid
A causa dei contenuti delle sue opere, che molto spesso sono delle critiche molto aperte al potere secolare e religioso, Goya fu perseguitato dalla Santa Inquisizione, che in Spagna era spietata e raggiunse un livello di crudeltà tra i peggiori in assoluto. Inimicarsi gli inquisitori era molto pericoloso all’epoca, e il nostro pittore decise di ritirarsi a vita privata per non avere troppi problemi; fu così che decise di acquistare la Quinta del sordo, una proprietà abbastanza comune resa celebre dalle sue Pitture nere, nate dalla sua mente tormentata (qui si trova un articolo dedicato a queste opere).
Nel 1824 lasciò per sempre la Spagna e non vi farà più ritorno; l’atmosfera creatasi in Patria era diventata insopportabile per il carattere libero e irriverente di Goya, che decise di ritirarsi nella francese Bordeaux, dove morirà nel 1828.
Una delle qualità maggiori di Goya è stata quella di essere un genio in continua evoluzione, anche in tarda età non ha mai smesso di sperimentare e di provare nuovi stili, cambiando in continuazione e senza paura di intraprendere un nuovo percorso artistico.
Articolo tratto dalla serie pubblicata su Latelier 91 il 31 marzo 2020 (https://latelier91.wordpress.com/2020/03/31/goya-capitolo-2-una-breve-biografia/)
L’ha ripubblicato su l'eta' della innocenza.
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