La Nascita dell’Astronomia in Occidente

La nascita dell’Astronomia in Occidente prende l’avvio dalla prime osservazioni del cielo presso i popoli del Vicino Oriente antico e del bacino mediterraneo. Le testimonianze più antiche di cui parleremo non vanno oltre il IV millennio a.C., quando non esisteva ancora la scrittura e non erano ancora nate le prime città.


Nella vita di tutti i giorni

Fin dall’antichità l’uomo, quando ancora era nomade e si cibava di selvaggina e di frutti che la natura provvedeva a far maturare, era certamente costretto ad organizzare la propria vita e la propria sussistenza in base al ritmo delle stagioni e alla reperibilità di cibo che la natura gli offriva. Inoltre aveva certamente bisogno di riferimenti spazio-temporali per muoversi nel territorio che occupava e per orientarsi nella ricerca di siti che gli offrivano migliori condizioni di vita. Per questo ha imparato ben presto a riconoscere il ciclo delle stagioni e ad orientarsi mediante la posizione del Sole nel cielo durante il giorno e quella della Luna e delle stelle di notte.

Da sempre l’uomo ha osservato il cielo spinto dalla curiosità e dal desiderio di spiegare i moti del Sole e della Luna e, vista la loro periodicità, si sarà reso conto che si prestavano molto bene a scandire lo scorrere del tempo.

In seguito l’uomo abbandona la vita da nomade e inizia a coltivare la terra e allevare gli animali, a consociarsi in clan e poi a formare i primi agglomerati urbani: nascono così le prime città. L’uomo, divenuto stanziale, si dota di un tempio per onorare il dio protettore e nomina un re, che spesso era anche sacerdote, che si occupa del culto e della difesa militare. L’improvvisa evoluzione urbana determinò anche lo sviluppo di molte attività e scambi commerciali.

Figura 2 – ricevuta per una serie di spedizioni di orzo (Sumeri, 3100 a.C.)

Il bisogno di stabilire precisi riferimenti spazio-temporali divenne più pressante, per posizionare e orientare i manufatti, specialmente quelli legati al culto. Sorse anche la necessità di introdurre segni grafici, pesi e recipienti standard con i quali si potevano compilare elenchi contabili delle attività di scambio e dei prodotti. Da queste esigenze nasce la scrittura, che all’inizio si esprime mediante simboli grafici che corrispondono all’immagine semplificata dell’oggetto che si vuole rappresentare (pittogrammi).

I riferimenti temporali consentirono di scandire lo scorrere del tempo durante il giorno e la notte e di stabilire un calendario agricolo, che detti i tempi della semina, della mietitura, della raccolta e un calendario civile per organizzare le attività commerciali, per fissare la data delle feste e per ogni altro aspetto che la vita in società organizzate impone.

Ancora una volta i moti del Sole, della Luna e delle stelle consentirono di fissare le durate degli intervalli di riferimento e, per la loro precisa periodicità, servirono da sicuri e affidabili strumenti predittivi per la pianificazione delle scadenze agricole e pastorali e per regolare la vita civile.

Uruk è la prima vera e propria città conosciuta. Si trova in Mesopotamia, e il primo nucleo si era insediato già all’inizio del IV millennio a.C., per poi svilupparsi rapidamente nel corso del IV millennio.

Quando i mari iniziano ad essere solcati dalle navi, sorse la necessità di fissare dei riferimenti per i naviganti che potessero funzionare durante la notte, quando sono visibili soltanto le stelle. I primi esperti navigatori furono i Fenici, che si erano insediati nella regione costiera del Mediterraneo corrispondente all’odierno Libano.

Bassorilievo fenicio (IV secolo a.C.)

Le prime testimonianze di città fenicie risalgono al III millennio a.C. con la nascita di Biblos e Tiro (2750 a.C.). Nel II millennio la Fenicia è parte dell’Impero Egizio e nel 1200 a.C., con l’arrivo dei Popoli del Mare (provenienti dall’Europa meridionale e dall’Egeo), le città fenicie aumentano il loro potere e iniziano a espandere il proprio dominio nel bacino mediterraneo. I Fenici furono soprattutto un popolo di commercianti che utilizzava il mar Mediterraneo per i propri traffici. Il loro alfabeto è il più antico conosciuto.

Le costellazioni circumpolari ai tempi dei Fenici

I Fenici erano in grado di navigare di notte orientandosi grazie alle costellazioni circumpolari (soprattutto l’Orsa maggiore), sempre visibili per tutta la notte e per tutto l’anno.

Astronomia e Astrologia

In tutte le grandi civiltà del passato l’Astronomia e l’Astrologia erano tra loro connesse e spesso sovrapposte e legate alla religione: i primi astronomi erano infatti sacerdoti specializzati in astrologia e altre forme divinatorie, che avevano fra i loro compiti quello di interpretare i fenomeni celesti e fornire informazioni utili alla società civile. La commistione fra religione astronomia e astrologia deriva dalla credenze dei popoli antichi, a cominciare dai Sumeri, i quali ritenevano che l’universo avesse avuto origine dagli dei e che ai principali oggetti celesti corrispondessero delle divinità.

Nello sviluppo della scienza

L’osservazione del cielo giocò un ruolo di primissimo piano nello sviluppo sociale e culturale delle civiltà antiche, già dal Paleolitico. La necessità di spiegare e predire i fenomeni celesti (pensate alle eclissi) ha spinto le menti più geniali a ideare strumenti matematici e scientifici, che hanno aperto la strada alla scienza in tutti i suoi aspetti. Scrive l’astronomo e scrittore Fred Hoyle:

Nel nostro mondo moderno il progresso scientifico è nel pieno rigoglio. Esso è tanto notevole da far sembrare che niente, ad eccezione della completa distruzione del genere umano, possa arrestarlo. Ma non è stato sempre così. I primi passi nella scienza vennero mossi lentamente e per tentativi migliaia di anni fa e, se non fosse stato per l’astronomia, è quasi certo che questi primi esitanti passi non sarebbero mai stati tentati. L’astronomia infatti è la progenitrice di tutte le scienze.

Alcune fortunate circostanze

Fa notare ancora Hoyle che:

Alcune fortunate circostanze hanno fatto dell’astronomia il punto di partenza ideale per i primi più significativi progressi dell’umanità.

La Terra non è un pianeta coperto di nubi. Senza l’osservazione dei regolari movimenti del Sole e delle stelle attraverso il cielo egli [l’uomo] si sarebbe trovato quasi nella impossibilità di afferrare il vero significato del tempo. Se l’uomo non avesse potuto far questo, probabilmente non avrebbe mai potuto stabilire le direzioni nord, sud, est ed ovest e di conseguenza non avrebbe imparato ad orientarsi durante i lunghi cammini. Mancando la possibilità di misurare direzione e tempo, è estremamente improbabile che egli avesse affrontato i problemi della geometria elementare.

Le enormi distanze delle stelle e delle galassie. Per gli antichi le stelle, a causa della loro grande distanza, formavano uno sfondo apparentemente fisso – il cosiddetto cielo delle stelle fisse.

Senza quello sfondo apparentemente fisso essi non sarebbero mai stati capaci di determinare il moto della Terra […] della Luna, del Sole e dei pianeti. Già la soluzione di questo problema […] richiese il concorso degli sforzi dei migliori intelletti per un periodo di diverse migliaia di anni.

Le costellazioni

Per potersi orientare con le stelle occorreva conoscerle, e per facilitarne l’individuazione i popoli antichi hanno associato a gruppi di stelle, ben visibili ad occhio nudo, immagini di divinità, di eroi, di animali, di oggetti di uso comune, richiamati dalla disposizione delle stelle del gruppo. Sono nate così le costellazioni.

Scrive l’astronomo Ian Ridpath (Mitologia delle Costellazioni, Muzzio 1988):

Le costellazioni sono invenzioni dell’immaginazione umana, non già della natura. Sono un’espressione del desiderio dell’uomo di imprimere il proprio ordine nel caos apparente del cielo notturno. Per i navigatori lontani dalla terraferma o per i viaggiatori del deserto privo di sentieri, entrambi bisognosi di indicazioni, per gli agricoltori che avevano necessità di un calendario e per i pastori che volevano un orologio notturno, la divisione del cielo in gruppi di stelle riconoscibili aveva scopi pratici. Ma forse la motivazione più antica di questa esigenza fu quella di umanizzare la tremenda oscurità della notte.

Zodiaco di Dendera (ca. 50 a.C.)

Oggi una costellazione è ognuna delle 88 parti in cui la sfera celeste è convenzionalmente suddivisa al semplice scopo di mappare le stelle e gli altri oggetti celesti, dando loro un nome ed una precisa collocazione che permetta di individuarle. La costellazione, tuttavia, non ha alcun significato reale poiché le stelle che la formano sono accostate l’una all’altra solamente da un punto di vista prospettico, mentre le distanze che le separano possono essere enormi, così come diverse possono essere le loro dimensioni e la loro luminosità.

Osservare il cielo ad occhio nudo

Prima di cominciare la parte storica cercheremo di affiancarci ai primi astronomi, utilizzando gli strumenti che anch’essi avevano a disposizione, per ripercorrere assieme a loro la lunga strada che ha portato alla nascita e allo sviluppo dell’astronomia. Per evitare confusione riserveremo al termine “giorno” l’intervallo di tempo che comprende sia il periodo di luce, che quello di buio (notte). Il binomio che utilizzeremo sarà quindi luce/buio.

Durante la luce

Durante la luce osserveremo il Sole, mentre riserveremo lo studio della Luna al buio. Volgendo lo sguardo verso il Sole noteremo:

  • il suo moto dalla nostra sinistra verso la nostra destra;
  • l’altezza del Sole sull’orizzonte;
  • la diversa durata del periodo di luce durante lo scorrere delle stagioni.

Durante il buio

Le fasi lunari

Il cielo stellato, osservato in una notte serena, sembra essere una volta semisferica sulla quale sono fissate le stelle. Noteremo che:

  • le stelle si muovono nella stessa direzione del Sole di giorno (da sinistra a destra), ma non cambiano la loro posizione reciproca, cioè appaiono fissate rigidamente l’una all’altra ovvero sembrano fissate alla “sfera celeste”.
  • Ci sono delle “stelle vaganti” che si muovono rispetto alle stelle (i pianeti);
  • la Luna cambia ogni giorno la sua forma e la sua posizione rispetto alle stelle: all’inizio è uno spicchio sottile, poi “cresce” fino a diventare una sfera intera; poi inizia a diminuire, fino a scomparire completamente. Ma subito riprende il suo ciclo: sono le fasi lunari.

E il Sole? Di notte, ovviamente non è visibile, ma possiamo dedurre la sua posizione con una certa approssimazione se osserviamo le stelle che sono visibili un attimo prima del suo sorgere e appena dopo il suo tramonto. Noteremo che il Sole si sposta rispetto alle stelle, ma in direzione opposta rispetto ad esse (da destra a sinistra).