Il Futurismo: come non fare di tutta un’erba… un fascio!

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Severini – Le Boulevard (1911)

Oggi potremmo definire i Futuristi come i primi veri… rottamatori!

Si tratta di un vero e proprio movimento artistico e culturale che sarà fondamentale nella storia delle avanguardie europee, dal quale si dipanano le ricerche artistiche di gran parte dell’arte del XX secolo ed il cui fondatore e leader indiscusso fu Filippo Tommaso Marinetti, giornalista, poeta e drammaturgo, autore del Manifesto Futurista a cui seguì dopo due mesi, quello della pittura futurista. Difensore ante-litteram della letteratura e della Lingua Italiana contro l’”esterofilia” dilagante. A Bellagio esiste una lapide commemorativa della sua morte. Con il Futurismo, che ebbe un riconoscimento mondiale, l’Italia riacquista visibilità e credibilità internazionale nel mondo dell’arte.

Questa corrente artistica estremamente concettuale  che fa in parte riferimento all’ Art Nouveau ed alla Secessione viennese, nasce nel 1910 e si sviluppata in Italia, dove si presenta come un faro del cambiamento culturale-artistico del Paese, prese piede anche in altri Paesi, come Francia e Russia, dove già c’erano ricerche parallele e poi in molti altri paesi in Europa: nel 1915 sbarca anche negli Stati Uniti .Nel 1912 a Milano verranno esposte le prime opere futuriste alla Mostra d ‘Arte Libera. E tra il 1909 e il 10, comparvero articoli sul futurismo in Russia, dove vi era una profonda necessità di rinnovamento radicale della società, il cui influsso divenne evidente. Dal movimento futurista nacquero immediatamente prima della Rivoluzione russa del ’17, il Costruttivismo ed il Suprematismo.

Ma, mentre in Italia ha caratteristiche interventiste, in Russia il movimento non fu caratterizzato dal bellicismo ma accompagnato da un ‘idea utopistica di di pace e liberta, sia dell’artista che collettiva, che si sarebbe conclusa poi con l ‘adesione di una parte di esso al movimento bolscevico. Dopo la rivoluzione di ottobre confluirono poi nell’astrattismo.

IL futurismo si sviluppa in un periodo di grande fermento culturale, dove:

  • le guerre hanno sconvolto le popolazioni delle varie regioni d’Italia, costringendole ad una necessaria evoluzione sociale. Giuseppe Pellizza nel 1901 aveva già anticipato queste problematiche nel famosissimo “Il Quarto Stato”, inizialmente chiamato da lui “Il cammino dei lavoratori”;
  • la tecnologia ha sviluppato nuovi mezzi che da quel momento in poi cambieranno la vita di tutti come ad esempio la radio, gli aeroplani, le automobili che aumentavano a vista d’occhio sul territorio ed il telegrafo senza fili, persino le strade apparivano diverse con la luce artificiale. Inoltre l’introduzione del lavoro con le catene di montaggio all’interno delle industrie velocizzò i tempi di produzione.
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Depero – I balli plastici (1918)

E in un nuovo secolo di tecnologie e di ideologie vuole spingersi a coprire tutte le possibilità di intervento, invenzione, novità, che irraggia di sé il cinema e la poesia, il teatro e la danza, la musica, la pittura e la radio,la fotografia e l’architettura, la filosofia e la scultura,l’arredamento e la politica, il design e la scenografia, la cucina e la religione, la grafica e il giornalismo, la ceramica e la moda: e tutto ciò con avvedutezza, competenza  profonda, con reale capacità innovativa  Gli esponenti del Futurismo italiano seppero sfruttare le potenzialità della comunicazione di massa, sia in funzione della promozione del loro stesso movimento e delle loro individualità artistiche, sia al servizio della produzione industriale loro contemporanea. La produzione seriale industriale trovò dunque nel linguaggio futurista un mezzo ideale per celebrare ed enfatizzare la modernità e la velocità.

Il primo Manifesto dei pittori futuristi fu pubblicato ufficialmente l’11 febbraio 1910 e sarà inizialmente firmato anche da Aroldo Bonzagni e Romolo Romani, nomi che successivamente lasciano il posto a quelli di Gino Severini e Giacomo Balla. L’11 aprile 1910 viene pubblicato il Manifesto tecnico della pittura futurista, firmato unicamente da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e i già citati Giacomo Balla e Gino SeveriniAlcuni dei punti base del manifesto futuristi erano:

  • distruggere il culto del passato, l’ossessione dell’antico, il pedantismo e il formalismo accademico;
  • disprezzare profondamente ogni forma d’imitazione;
  • esaltare ogni forma di originalità, anche se temeraria, anche se violentissima. Considerare i critici d’arte come inutili e dannosi;
  • spazzar via tutti i motivi, tutti i soggetti già sfruttati

Largo ai giovani ed ai temerari!Cosa cambiava nella Pittura?

 

Cosa cambiava nella Pittura?

La pittura doveva esprimere una sensazione di movimento, la struttura dei corpi resi immateriali dal moto e dalla luce, quindi la tecnica divisionista divenne la base ideale su cui elaborare la contestazione e la rottura con la tradizione artistica ottocentesca, spostando il centro dell’attenzione sul modo in cui l’uomo “percepisce” la realtà. Significavadunque, per quel tempo, rifiutare la convenzionalità della pittura realista e ufficiale. L’ impressionismo veniva ormai identificato con la gradevolezza borghese; ilvero soggetto della creazione artistica diveniva, in maniera prepotente, il “come” rappresentare la struttura dell’immagine, non l’immagine!

Ma era necessario elaborare un’arte nuova, proiettata verso il futuro e in grado di di esprimere la frenesia delle città moderne, che si ispirasse alla velocità, alla sensazione prodotta moltiplicando i ritmi, deformando gli oggetti, permettendo visioni simultanee stravolgendo il concetto di spazio……materia ed energia.

Dopo la scoperta e lo studio di Picasso e del cubismo, si volle superare i confini tradizionali, nelle due e tre dimensioni. La caratteristica del cubismo è infatti l’immobilità la staticità. Le linee fortemente contrastanti o non parallele trasmettono un senso di agitazione, di attività dinamica. Viene cosi abolito l’uso del verticale e dell ‘orizzontale puro, e di tutte le linee morte e le forme statiche, sostituite dalle linee oblique, che spezzano, drammatizzano o enfatizzano, la sfera, la spirale e tutte le forme che creano movimento e dinamismo. Il Futurismo é la pittura dei suoni, dei rumori, degli odori… (Cit. Carrà).Prima del 19mo secolo i pittori non intuirono mai la possibilità di renderli pittoricamente, nemmeno quando dipingevano il mare o i fiori; la pittura dei suoni nega i colori in sordina, i colori fangosi, le patine e le velature, vuole i rossi e i verdi! la sfera, la spirale e tutte le forme che creano movimento.

 

Un’incomprensione storia

Si hanno ancora molte discussioni sul Futurismo, perché nonostante le particolarità e le novità che introduce viene criticato per alcuni aspetti che stanno alla base della sua visione, che avrebberoavuto poi corrispondenza col fascismo al quale viene associato. Molti tra documenti e filmati hanno ormai evidenziato come ………in realtà non fosse propriamente così.

Potremmo affermare che il Futurismo, come ad esempio il musicista Wagner, hanno avuto similitudini di pensiero con le espressioni politiche del Novecento, ma non le hanno mai sottoscritte.

Si ravvisa spesso un filo che lega il movimento artistico e politico Futurista all’esperienza fascista italiana e l”HUMUS” che permise alla pianta del Fascismo di germogliare! In realtà il germe del cambiamento era già  un’impellente necessità, il Futurismo ha semplicemente  rispecchiato i bisogni ed i malumori contemporanei .Infatti il ruolo dei futuristi nel distruggere le fondamenta della società borghese viene riconosciuto anche da Antonio Gramsci.Nel 1920  i futuristi escono dal movimento e due anni dopo quando la rivoluzione si trasforma in” regime”, si sentono in qualche modo traditi; nel 1924  tentano di riavvicinarsi chiedendo aiuti agli artisti, cosa normale nel mondo artistico, soprattutto in quello del Teatro, nell’ottica di affermazione del Movimento come unica arte innovatrice, ma ormai la spinta modernista  del movimento é in gran parte neutralizzata dal regime, malgrado Marinetti venga nominato “Accademico d’Italia”.

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Balla – Dinamismo di un cane al guinzaglio (1912)

Dopo la seconda guerra mondiale non se ne era piu parlato e ci sarà un periodo di buio, ma da qualche anno é stato e riscoperto e rivalutato; il futurismo è stato l’unico movimento italiano che ha avuto una sua identità nazionale, ebbe il meritevole tentativo di far confluire le varie tendenze dell’Arte italiana in un unico grande movimento appunto. (e per questo impropriamente definito a volte… nazionalpopolare).

 

Un’incomprensione critica

Parlare oggi di futurismo, e fare una sintesi esattamente a un secolo dalla sua nascita, è molto complesso ed ancora oggi viene troppo diviso dalla critica.

Il 1909, data del manifesto di fondazione del futurismo, il 1944 data della morte del suo inventore e propugnatore Filippo Tommaso Marinetti: un lasso di tempo di trentacinque anni! Il futurismo finirà solo con la morte del suo promotore Marinetti, anche se già dal 1915 si considera quasi concluso o poco significativo: Ignoranza, sciovinismo, malafede. Tutti elementi presenti in molti studiosi (soprattutto stranieri, ma non solo…) che sostengono questa tesi per omettere paragoni tra dadaismo e futurismo, tra surrealismo e futurismo, confronto che inevitabilmente riconoscerebbe una primogenitura del futurismo sulle avanguardie novecentesche: elemento fastidioso per la linea dell’arte moderna che preferisce vedere la Francia unica madre delle avanguardie e l’America unica erede delle stesse.

L’infelice espressione di “Secondo Futurismo” ha finito per dividere implicitamente il movimento in due tronconi, uno di “primaqualità” (il Primo Futurismo) e uno di “seconda qualità”. Ha senso questa divisione?Naturalmente occorre, ai fini storiografici, fornire una periodizzazione di un movimento artistico così diffuso cronologicamente, ma davvero non è risolutiva una tale suddivisione!

 

Aeropittura

Prende campo in seguito alla prima guerramondiale nel 1929 quando con il Manifesto dell’Aeropittura futurista dimostra l’interesse per il volo, il progresso, la macchina. L’ idea era venuta allo stesso Marinetti, in seguito ad un volo con un idrovolante sul golfo di La Spezia. È presente l ‘esaltazione x la guerra con dipinti di scontri aerei, usando la potenza degli aeroplani per esprimere la violenza della guerra, sempre dipinta in forma astratta e con colori che risaltano all ìocchio. Tuttavia é necessario non confondere il futurismo e la sua aeropittura con il regime, poiche molti sono anche i paesaggi visti dall’alto o con astrazioni chenulla hanno di celebrativo: Prampolini è uno degli autori dei manifesti piu significativi.

 

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Boccioni – Elasticità (1912)

L’architettura futurista

Dopo il ‘700 non è più esistita nessuna architettura, ma un miscuglio dei più vari elementi di stile.  Il Manifesto dell’architettura futurista nacque nel 1914. Marinetti cercò di portare sotto l ‘ala del Futurismo il maggior numero di esperienze e l’eclettismo dell’architettura innovativa italiana. Anche l’architetto di scena è non a caso, un’altra invenzione futurista!

Non c’è dubbio che anche in questo campo i futuristi portarono una ventata di rinnovamento. Abituati come siamo all’esplosione tecnologica ed alle forme dell’archiettura contemporanea, stentiamo a renderci conto della carica innovativa della Città immaginata dal Futurismo rispetto al modo corrente di costruire dei primi anni del Novecento.

Il Futurismo insistette molto sulla semplificazione delle forme architettoniche a vantaggio dell’aspetto funzionale degli edifici, utilizzando non solo materiali innovativi quali ferro, vetro, cemento, ma anche materiali costruttivi che si rifanno a quelli utilizzati nell’epoca romana, come il travertino, il marmo, la pietra ed i mattoni come nel caso de monumentalismo.

Antonio Sant’Elia viene considerato l’esponente più rappresentativo dell’architettura futurista: la Città Nuova il più importante progetto di questo architetto del 1913-1914, nel quale si immagina in una raccolta di schizzi e progetti la Milanodel futuro, anticipandoin effetti l’idea di città del nostro immaginario moderno e anche fantascientifico.Molta parte dell architettura immaginaria del cinema e della letteratura di fantascenza é strettamente imparentata dalle sue suggestioni, pensiamo al Metropolis di F.Lang, ed il piu recente Blade Runner, in un immaginario schema metropolitano anticipati negli anni ’30 dai fumetti di Flash Gordon.Le  radici dell’architettura futurista risalgono alla Secessione viennese e alle più avanzate esperienze tedesche e francesi. Ma le idee e le proposte del movimento ebbero, a loro volta, una certa influenza sulle elaborazioni e realizzazioni del celebre Bauhaus tedesco, molto più abile poi a diffonderle ed ed esportarle.

I due stili architettonici furono la monumentalità (Piacentini)da un lato e il razionalismo (Terragni)dall ‘altro spesso in contrasto tra di loro.Basta pensare a tutto l’impianto urbanistico dell’EUR progettato per l’Esposizione Universale che non fu fatta a causa della guerra, all’ influenza lasciata ed al continuo sviluppo proseguito poi anche negli anni 60 (Nervi). La città futurista in altezza, venne costruita, ma altrove, per esempio a New York, che già allora rappresentava la frontiera della modernità. IlPalazzo della Civiltà ( Il cosiddetto Colosseo Quadrato) con la sua austera maestosità, tutto in cemento armato,il Ponte Flaminio,, La Stazione Termini e la Stazione Centrale  arrivate a noi intatte,  il Palazzo dei congressi all’EUR , la Casa del Fascio ed il grandioso Il Foro Italico, appartengono al razionalismo, sintesi della bellezza architettonica  che potremmo paragonare in pittura ad una quadro di Mondrian!Ma pensiamo anche alla Stazione di S. Maria Novella a Firenze, al Ponte sulla laguna a Venezia, via della Conciliazione, l’Università è La Sapienza, e tanti altro.La monumentalità non doveva più riguardare solo gli uffici governativi ma mercati coperti ( oggi li chiameremmo….centri commerciali) Stazioni, grandi alberghi, Chiese, Centrali elettriche, Poste,Manifatture, Industrie,  ecc.

Al futurismo dobiamo anche l’invenzione della tensistruttura, prima architettura meccanica di ferro senza cemento armato, utilizzata poi da Le Curbusier. Fondamentalmente in Italia questo é l ‘ultimo stile riconoscibile, sviluppato con materiali rigorosamente italiani e di qualità, tutte le costruzioni degli anni 20, 30,40 sono a tutt’ oggi in piedi. Non è un’architettura di Stato però, non impone dei diktat rigorosi da seguire, e al contrario di altri regimi totalitari, (nazismo e Comunismo) lascia infatti agli architetti la possibilità di sviluppare le proprie idee.

Per chi volesse approfondire il tema invito alla lettura del libro “Il Futurismo” di Fabio Benzi che è alla base dell’articolo che ho scritto.

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Un pensiero su “Il Futurismo: come non fare di tutta un’erba… un fascio!

  1. Conosco davvero pochissimo sul futurismo, quasi nulla.
    Ho soltanto avuto il grande piacere di ammirare Balla alla Fondazione Ferrero di Alba.
    Come sempre in Ferrero c’è un bellissimo video in cui spiegano il movimento pittorico e qualche opera.
    Fantastico!

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