Vi prometto che entro la fine di questa serie di articoli, capirete il perché di questo ascolto…
Nell’affascinante mondo della visione, tema che quest’anno ci accompagnerà nelle più svariate attività culturali della nostra UNITRE, la Weltanschauung è forse uno degli aspetti superiori e più articolati.
La tendenza tipica della persona di media cultura è quella di usare più parole straniere possibili per potersi dare un tono e per creare quell’aurea di saggezza che fa presa durante una disquisizione. In questo caso, purtroppo, siamo costretti a lasciare la parola in tedesco; un’ipotetica traduzione potrebbe essere un banale “visione del mondo” ma come vedremo è una traduzione altamente infedele al significato che trova espressione solo in tedesco.
Il termine ha un ampio utilizzo, infatti lo troviamo in Filosofia, in Epistemologia (che è la filosofia sulle condizioni per la conoscenza scientifica) e la Storia dell’Arte. Ambiti affini che hanno l’arduo compito di scandagliare non solo la conoscenza ma anche i moti dello spirito umano.
La Weltaschauung sfugge ad una classificazione semplice, dal momento che può avere attori diversi e interessi molto vari. Essa, infatti, può riferirsi ad una persona singola, ad un gruppo di persone o anche ad una cultura. Ciò ci mette davanti ad una difficoltà non banale: di Weltanschauung ne esistono davvero una moltitudine dal momento che può essere personale e di gruppo e non è detto che si annullino tra di loro. Vorrei chiarire un piccolo aspetto sulla Weltanschauung di una cultura.
La cultura che ha avuto una “visione” di una forza incredibile è stata quella dei Romani (quelli degli imperatori e di Giulio Cesare, per intenderci). A volte si fa un po’ di confusione ma dobbiamo ricordare che i Romani, di per sé, non sono stati una popolazione come possono essere stati i Celti, i Siculi o i Liguri (solo per fare qualche nome). Un bel giorno, un gruppo di persone tra cui i Sabini, i Latini, gli Etruschi e gli Umbri hanno deciso di riunirsi sotto la stessa insegna; si sono dati un nome (Romani, appunto) e hanno cambiato il mondo con la loro idea creando l’Impero Romano (forse una prima versione dell’Europa Unita, tristemente naufragata). Questo fenomeno si chiama Senocismo ed è una volontaria unione di persone con culture diverse unite da qualcosa che li accomuni.
Inizia a delinearsi una possibile spiegazione di questa parola tedesca di non facile traduzione. Essa è un vero e proprio indirizzo culturale o filosofico, che può anche interessare le istituzioni ideologiche, meglio dette le religioni (anche l’ateismo è di per sé una religione e quindi anche lui rientra in questo gioco). Dovremmo considerarla una sorta di seme che si impianta nella nostra mente e lì rimane, nel silenzio, ma porta tanti frutti e apre molte strade al sapere umano.