Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the visione that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence
La “visione” intesa come Weltanschauung non può essere fine a sé stessa, né tantomeno limitarsi all’aspetto visione (o visuale). Come suggerito nel testo di Sound of silence essa lascia sempre un seme che si pianta nel nostro cervello. Come ben sappiamo, un seme o rimane inerme nel terreno e scompare o inizia a lavorare, a trasformarsi, sino a raggiungere una forma e una dimensione inaspettata.
La Weltanschauung è un seme, che non può non lavorare e svilupparsi se trova terreno fertile, ovviamente.
Durante il lungo percorso della Storia delle Arti (che è poi la Storia umana) vi sono stati molti semi piantati un po’ ovunque e molti hanno dato frutti davvero inaspettati. Chi più di tutti ha dato un contributo enorme allo sviluppo dell’espressione umana attraverso molte forme dell’Arte è stato un uomo che difficilmente può essere catalogato in un movimento piuttosto che in un altro; egli stesso rappresenta un vero e proprio movimento artistico: Paul Cézanne.
Avendo sperimentato molto, Cézanne ha avuto una grande visione e ha disseminato i suoi quadri di semi. La sua tanto amata montagna Sainte-Victorie è diventata

un’ossessione. Dipingeva non solo la sua presenza rocciosa e la sua forma costituita da sassi e pietre ma si è sforzato di dipingere anche la sua consistenza spirituale, egli ha voluto dipingere ciò che il suo sguardo poteva solo percepire e che riusciva ad osservare con il suo spirito. Cézanne è il padre di tutta quella pittura che si è sviluppata dalle sue idee, semplicemente abbozzate nelle sue tele, che hanno portato all’Arte astratta così come la conosciamo noi oggi.
Un altro grande “visionario” (sempre intesa come Weltanschauung) è stato Ludwig van Beethoven. La sua Arte corre spesso il rischio di rimanere incompresa perché si usa troppo spesso una chiave di lettura che non è quella giusta: chiave che entra nella serratura ma non riesce a farla scattare. Il problema più grande lo abbiamo ancora oggi con la Pastorale. Molti percepiscono quest’opera come una descrizione sonora della natura osservata dal grande compositore tedesco. In parte potrebbe essere anche giusto ma per colpa di questa interpretazione molte parti della sinfonia resterebbero incomprensibili.
Quello che realmente racconta Beethoven nella sua opera sono le sue sensazioni e i suoi pensieri difronte alla Natura. In questo modo tutto acquista un significato diverso, più ampio e coerente.
Grazie a questi due eccelsi maestri possiamo comprendere il grande potere della Weltanschauung, che è a disposizione e appartiene ad ognuno di noi: la possibilità di plasmare e modellare il mondo che ci circonda.
Mentre la visione è un’azione prevalentemente passiva e statica (vedo/osservo e tutto finisce lì), attraverso la Weltanschauung dò una forma diversa alla realtà, la forma che essa acquisisce attraverso la mia sensibilità e il mio modo di pensare e vedere le cose. Grazie ad essa ognuno di noi acquisisce il potere divino della creazione e come abbiamo visto queste “creazioni” possono essere tantissime, tutte valide e diverse le une dalle altre.
Il peggior nemico della Weltanschauung è il Pregiudizio. Egli riesce a bloccare la visione e la riduce ad una mera somma di morale, pensiero comune e a volte anche di perbenismo.
Un esempio? Osservando la foto di apertura di questo articolo, quanti si sentirebbero poco disturbati all’idea di ascoltare una canzone di quel gentile signore ritratto? Cosa potremmo aspettarci dal video di questa canzone? Come direbbe il più scontato dei presentatori: lo scopriremo nella prossima puntata…