In questi mesi, una nota casa editrice di fumetti italiana è impegnata nel rinnovare l’immagine di uno dei suoi eroi che dal 1986 rappresenta un baluardo contro gli incubi e i mostri. L’editore sta chiedendo a tutti gli appassionati e i collezionisti del genere di sforzarsi di cambiare la propria visione, perché il fossilizzarsi per troppo tempo sull’abitudine poterebbe all’esaurimento del filone editoriale e alla conseguente scomparsa della collana.
Ovviamente, subendo questo cambiamento in qualità di collezionista, ho trovato molto interessante l’assonanza fra il fil-rouge del nostro anno e il nostro quotidiano.
Cambiare visione, avere un nuovo punto di vista, è vitale affinché non ci si trasformi in fossili: ricordi di esseri vivi, che anche se da un lato si possono conservare per millenni, dall’altro rimango immutati e morti.
Il cambiamento fa paura; ciò è fuori discussione. Cambiare vuol dire abbandonare la certezza del conosciuto e avvicinarsi a ciò che è sconosciuto, che potrebbe essere potenzialmente dannoso ma anche migliore di quanto già si conosce.
Una realtà come la nostra UNITRE deve essere uno stimolo al cambiamento della nostra visione personale e abitudinaria. Si deve prendere sempre una possibilità novità come uno stimolo per mettersi alla prova e per trovare forme nuove di conoscenza e di espressione. È bello sperimentare e i nostri laboratori sono un porto sicuro dove poter osare senza dover aver paura dei risultati. Se non si fosse mai osato non si sarebbe arrivati mai a quel livello di conoscenze e tecniche di cui possiamo godere oggi.
Uscire dalla propria zona di conforto, in cui possiamo cullarci nel rifare ciò che già conosciamo e occuparci in attività di cui possiamo prevedere il risultato, è senza dubbio confortante ma non ci permette di alzare lo sguardo e di vedere quello che non abbiamo ancora visto. La scoperta è sempre un grande valore. L’adrenalina del superare sé stessi non deve farci paura perché potremmo scoprire i nostri limiti ma deve sempre essere un’incentivo per fare di più e superarsi. Solo così possiamo essere sicuri di aver vissuto in pieno ogni possibilità e anche di poterci divertire.
La zona di conforto è pericolosa. Ci anestetizza e corriamo il rischio di fossilizzarci.
Uno stimolo molto importante è presente nel bel film “L’attimo fuggente”. Il grande Robin William, in una dei suoi personaggi migliori, ha qualcosa di molto importante da dirci in merito: