Ludwig van Beethoven è considerato da tutti uno dei più importanti geni della Musica di tutti i tempi. Non dobbiamo pensare, però, che per il povero Ludwig comporre musica fosse un’attività estremamente semplice. La sua vita d’artista (e anche quella personale) è stata costellata da diverse difficoltà. La sua salute non è mai stata delle migliori, infatti ha dovuto affrontare sempre momenti di profonda sofferenza fisica oltre al celeberrimo ostacolo della sordità.
Senza dubbio siamo di fronte ad uno dei più grandi geni della Storia della Musica, anche se è riconosciuta la sua difficoltà a trovare i temi musicali, esattamente al contrario rispetto alla capacità di Chopin. Approfondiremo più avanti, anche grazie a degli ascolti in video.
Sul suo ormai leggendario aspetto si è detto molto, vorrei riportarvi le parole dello

scrittore francese Romain Rolland:
era piccolo e tozzo, dal collo grosso e dall’ossatura atletica. Aveva il viso largo, color rosso mattone, tranne che versa la fine della vita quando gli venne un incarnato malaticcio e giallastro, soprattutto d’inverno, che doveva starsene chiuso in casa, lontano dai campi, La fronte era potente e rilevata, i capelli estremamente neri, irti e spessi, tanto che sembravano non esser mai stati pettinati: veri “serpenti della Medusa”!
Se vogliamo, Ludwig (permettete di chiamarlo per nome, essendo un vecchio amico) è il primo grande compositore a meritarsi l’appellativo di genio della Musica. Ovviamente, prima di lui abbiamo avuto la presenza di Mozart, Bach e Haydn ma dobbiamo considerare il “genio” dal punto di vista romantico: colui che ha la consapevolezza della creazione artistica. Chi l’ha preceduto, nonostante l’indubbia genialità, non aveva questa consapevolezza del valore del proprio lavoro, Ludwig ne era molto consapevole, in effetti.
La sua vita travagliata dal punto di vista psico-fisico, potrebbe anche essere una conseguenza della situazione alquanto complicata della sua famiglia d’origine un po’ scombinata.
Da un punto di vista artistico, invece, la sua vita è stata straordinaria. La sua serie

compositiva è enorme, basta pensare alla serie gigantesca delle sonate per pianoforte, ben 32 sonate! All’epoca, data anche la tecnologia a disposizione, Beethoven ha sfruttato al massimo tutte le possibilità offerte dallo strumento, spingendosi a volte anche un po’ più un là del possibile.
Tra il Settecento e l’Ottocento abbiamo avuto un’evoluzione importantissima nella costruzione di questo strumento ancora così giovane. Molte sollecitazioni sono arrivate proprio da Ludwig. Quando scrisse la Sonata, conosciuta con il nome Waldstein, inserì una nota molto acuta; il problema era che i pianoforti esistenti all’epoca non avevano quella nota. Quando qualcuno lo fece presente a Beethoven, senza molti problemi rispose: “Beh, me lo costruiranno!”.
In attesa di ritrovarci qui per la prossima puntata, vi invito ad ascoltare il primo movimento della Sonata Waldstein, suonato dal maestro Daniel Barenboim.
Pubblicato il 17 marzo 2020 su Latelier91 (https://wordpress.com/post/latelier91.wordpress.com/1613)
L’ha ripubblicato su l'eta' della innocenza.
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Grazie ,di farci partecipe dei tuoi studi .per gli ascolti mi e difficile un pensiero affettuoso christiane
Christiane Begonnet Mail: cbegonnet@outlook.it Mobile: +393387679795
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