Qualche lettore si sarà forse chiesto come mai il Natale cade proprio il 25 dicembre. Per scoprirlo dobbiamo andare molto indietro nel tempo, quando a dicembre veniva festeggiata la nascita di personaggi divini legati al culto del Sole. In Mesopotamia, almeno 4000 anni fa, i Sumeri celebravano la rinascita del dio Sole al solstizio d’inverno. Dopo i caldi giorni estivi e il calare progressivo della durata della luce, finalmente, a fine dicembre, le giornate si allungano gradatamente, il Sole riprende lentamente il suo vigore, non sprofonda nelle tenebre, ma rinasce a nuova vita.
Collegati alla stessa tematica sono i miti che si ispirano al mistero della vita, che si risveglia a primavera dopo il lungo sonno invernale. Tra questi, uno dei più antichi ci è giunto ancora dalla Mesopotamia: Dumuzi (Tammuz), sposo di Inanna (Ishtar, la dea madre, incarnazione delle forze produttive della natura), era il dio della vegetazione, che scompariva nel regno dell’oltretomba durante la calura estiva e poi risorgeva proprio al solstizio invernale.
Anche nell’antica Roma il tempo natalizio era momento di festa: dal 17 al 24 dicembre si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell’agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetti.
Eliogabalo e il Sol Invictus

Ma l’influenza più significativa sulla istituzione del Natale è storicamente quella siriana. Vediamo perché.
Nel 218 d.C. divenne imperatore Eliogabalo, originario di Emesa, città della Siria, ove il culto del Sole era molto diffuso. Eliogabalo, che era gran sacerdote del dio Sole, impose quel culto anche a Roma e sostituì Giove, signore del pantheon romano, con El-Gabal (dio delle alture), rinominato Deus Sol Invictus.
Nel 222, a causa della sua politica religiosa e degli eccessi sessuali, Eliogabalo fu assassinato dalla guardia pretoriana, ma il culto del Sole ebbe poco dopo una ulteriore opportunità.
Infatti nel 272 Aureliano sconfisse la Regina Zenobia del Regno di Palmira grazie all’aiuto provvidenziale della città stato di Emesa. Grato per il sostegno ricevuto, Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictuse ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando un tempio e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifices solis invicti). Aureliano si proclamò a sua volta suo supremo sacerdote.
Le celebrazioni del rito della nascita del Sole (Dies Natalis Solis Invicti), avvenivano il 25 dicembre, data che corrispondeva per i romani al solstizio d’inverno. Il rito prevedeva che i celebranti, ritiratisi in appositi santuari, ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato nelle sembianze di un infante.Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l’imperatore Costantino fece coincidere, con un decreto, il Dies Natalis Solis Invicticon la data di nascita di Gesù, considerato dai cristiani il “Sole di giustizia” profetizzato da Malachia (Ml 3, 20). Nel 337 papa Giulio I ufficializzò la data liturgica del Natale da parte della Chiesa cristiana, data mantenuta ancora ai nostri giorni.