Pronto, Casimiro, sei sempre lì sulla tua panchina di fronte al lago?
Sì, Genoveffa, vuoi raggiungermi per una chiacchierata?
Ho poco tempo; ti telefono per condividere con te le emozioni che mi ha suscitato un programma radiofonico che ho ascoltato il 21 marzo, giorno dedicato in tutto il mondo alla Poesia.
E quale era l’argomento che ti ha colpita?
Ma la Poesia! Casimiro, non ricordi che nell’ultimo incontro mi hai convinta della sua importanza come guida interiore? Ebbene, per celebrarla Radio3 ha mandato in onda per la serie Le Meraviglie, una conferenza in voce di un poeta che abbinava il nostro territorio con opere poetiche. Ma ti basta il titolo per capire, eccolo: “Rocca di Angera sul Lago Maggiore raccontata da Franco Buffoni”. Sai, lui è proprio un poeta vivente!
Certo, cara, come molti altri, la Poesia esiste ancora ed è praticata, occorre solo cercarla. Ma raccontami gli argomenti che ha esposto.
Ha illustrato brevemente la Rocca, ma principalmente ha costruito un percorso poetico, recitando anche alcuni versi di Vittorio Sereni e di altri poeti ispirati dall’ambiente del Lago Maggiore. E ha fatto anche un riferimento a Dante Alighieri! Ma è meglio che tu vada sul sito di Radio3 Rai e hai modo di ascoltare l’intera trasmissione e lasciarti guidare da Buffoni nella dimensione lirica che ha creato attorno al lago e sul territorio dominato dalla Rocca di Angera.
Lo farò senza dubbio. Ma ti sei accorta che abbiamo scambiato i ruoli? Ora sei tu che guidi le nostre conversazioni.
Non scherzare Casimiro, è che mi sentivo di condividere questa emozione culturale con te che mi aiuti a comprendere. A proposito volevo dirti che dalle nostre ultime conversazioni su Dante mi è rimasto in sospeso un argomento.
Dimmi pure, cara Genoveffa.
Ecco, mi piacerebbe conoscere come una persona arriva alla Poesia, cioè come si accorge ad un tratto che sente di dover scrivere versi anziché romanzi o dipingere quadri.
In altre parole come una persona diventa un artista o comunque imbocca il percorso della creatività e della espressione del suo estro, comunicandolo poi con la scrittura di versi.
Tu hai sempre il modo di capire quello che cerco. Sì, è questo che vorrei conoscere.

Non è facile da spiegare in due parole, ma ti farò esempi esaurienti sulla fulminazione artistica. Il primo ci riconduce ancora a Dante. Ricordi che abbiamo parlato di Stazio?
Sì, il poeta che secondo Dante ha incontrato la Poesia, che lo ha ammaliato, leggendo i versi di Virgilio.
Bene, cara. Anche tu hai iniziato a leggere opere di poeti ed anche tu potresti, se lo “senti” dentro di te, come probabilmente lo ha sentito Stazio, iniziare a scrivere. È una scintilla che si accende avvicinandosi ad un fuoco che arde in eterno.
Adesso sei tu chi mi emozioni con le tue parole. Io scrivere poesie?

Vedrai che arriverà il momento. Come è arrivato per William Stoner, il protagonista del romanzo Stoner dello scrittore statunitense del Novecento John Williams: studente alla facoltà di Agraria, il protagonista del romanzo gestiva l’esame di letteratura inglese come i corsi scientifici, ma senza gli stessi risultati, finché il docente gli recitò durante una lezione il settantatreesimo sonetto di Shakespeare e gli chiese che cosa significassero quei versi di un poeta ormai morto. Il giovane ebbe in quel momento un travaglio interiore che si manifestò esteriormente con pulsazioni ed estraniamento dall’ambiente e dalle persone che aveva attorno. Era stato fulminato dai versi del sonetto che gli avevano “aperto” la via della sua vera vita. Abbandonò Agraria e si iscrisse alla facoltà di Letteratura Inglese; e l’evento interiore così intenso gli cambiò anche il modo di pensare e di vivere.
Come Stazio! Anche lui cambiò modo di vivere!
Certamente; è questa la potenza della Poesia. Ed ora ti parlerò di un altro scrittore del Novecento che ha alcuni punti in comune con Dante: Pablo Neruda. Anch’egli poeta, anch’egli ha dovuto sperimentare il “sale” dell’esilio, anch’egli ha scritto un importante poema, ma laico, Canto Generale, dedicato all’intero continente dell’America Latina. Non è di quest’opera che intendo parlarti. Vorrei solo indicarti una poesia di Neruda in un’altra opera, dal semplice titolo La Poesia: è il “racconto” di come essa sia arrivata a lui e lo abbia illuminato e gli abbia aperto le strade della creatività:
Fu a quell’età …Venne la poesia
a cercarmi. Non so, non so da dove
uscì, dall’inverno o dal fiume.
non so come né quando,…
Neruda ci dice con questi versi che l’espressività artistica non la possiamo gestire, non sappiamo quando e come si manifesta, ci viene a cercare. E le conseguenze sono riassunte negli ultimi due versi:
… rotolai con le stelle,
si sciolse il mio cuore al vento.
E si può affermare che la Poesia non ha limiti temporali perché questi versi sono applicabili al momento in cui Stazio incontra Virgilio, cioè quando la Poesia andò a cercarlo “senti” nell’animo gli stessi impulsi di Neruda.
Che intensità in queste poche righe! Ho capito, caro Casimiro, occorre essere aperti di mente e di cuore e cogliere i segni quando arrivano; e questo vale anche per la vita, come l’esempio di Stoner.
E come Dante! Ritorniamo ancora al Sommo Poeta. Anche lui è stato illuminato dalla Poesia che ha simbolicamente rappresentato con Beatrice, che diventa poi anche il viatico verso la Filosofia. Ma questo è un altro argomento. A presto cara Genoveffa.
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