Mia nonna, la Notte

La nostra cultura è decisamente affascinante anche se a volte è un po’ articolata. La sua complessità si stempera se rivolgiamo la nostra attenzione alle origini di quasi tutti gli elementi che la compongono. Abbiamo un’enorme fortuna, possiamo sognare grazie alle parole, ai modi di dire e ai nomi; possibilità che ci viene offerta dal Mito, che è la base del nostro sapere.

Abbiamo avuto modo di scandagliare il passato della parola Fantasia attraverso l’etimologia della parola e i suoi significati latenti (per chi avesse perso la puntata precedente può trovarla qui: la Fantasia è mostruosa). Abbandoniamo la visione scientifica ora per addentrarci in un ambito molto più divertente: la Mitologia.

A questo punto del nostro racconto una domanda potrebbe sorgere e nel caso ciò non sia capitato, rimane comunque importante chiedersi se

Alla prima domanda abbiamo già avuto modo di rispondere nel primo articolo di questa serie. Le varie religioni che si sono susseguite nel corso della Storia dell’Umanità non hanno mai sentito la necessità di presentare una divinità, probabilmente esiste una spiegazione per questa mancanza però è ancora troppo presto per tentare di darne una; nei prossimi articoli potremmo azzardare un’intuizione.

Statua di Ovidio a Sulmona
Ettore Ferrari (1925)

Mentre la religione si è disinteressata della Fantasia, la Mitologia ha tentato un più timido approccio.

Tra le opere più importanti per conoscere la cultura del passato troviamo le Metamorfosi di Ovidio, grazie al quale il suo autore è riuscito a trasmettere ai posteri (noi compresi!) una grande quantità di racconti mitologici appartenenti alla cultura greco-romana.

È proprio tra queste storie che incontriamo un certo Fantaso, un personaggio curioso che alle spalle ha una famiglia decisamente numerosa.

Ora, prima di addentrarci alla scoperta dell’albero genealogico di Fantaso, dovremmo appuntarci un

Con questo spirito, addentriamoci nel Mito.

Fantaso ha due fratelli, il celeberrimo Morfeo e il quasi sconosciuto Fobetore; i tre sono dèi minori chiamati Òneiroi (in alcuni testi italiani vengono chiamati anche Oniri o Sogni). Ognuno di loro ha un compito ben preciso da svolgere mentre gli esseri umani dormono:

  • Morfeo, il significato del suo nome è “forma” (dal greco μορφή), non a caso prendeva la forma e le caratteristiche dei sogni;
  • Fobetore, il suo nome vuole dire “spaventoso”, Ovidio lo descrive come la personificazione degli incubi; una curiosità su questo personaggio: gli dèi lo chiamavano Icelo (che vuol dire “somigliante”), è uno spunto per riflettere…
  • Fantaso, il suo nome vuole dire “apparizione” ed è colui che generato ogni oggetto inanimato che appaia in un sogno.

Chi erano i genitori di questo trio così incredibile?

John William Waterhouse Sonno e il fratello Morte (1874) Collezione privata
John William Waterhouse Sonno e il fratello Morte (1874) Collezione privata

Il padre è il famoso Hypno (il Sonno), ovviamente; la cui madre -quindi, la nonna dei tre fratelli- è niente meno che Nyx, la Notte. Hypno aveva un fratello gemello, che possiamo vedere nel quadro di John William Waterhous, la Morte. In effetti, nell’immaginario comune, Sonno e Notte sono molto simili tanto che la seconda è anche detta il Sonno eterno.

Veniamo ora ad un punto fondamentale per la nostra ricerca.

Una riflessione è obbligatoria ora.

Quando ci dedichiamo alla Fantasia, ci scolleghiamo dalla realtà, entriamo in un mondo parallelo dove ciò che viene detto e creato spesso non corrisponde al vero.

Uno dei giochi più affascinanti che possiamo fare mentre fantastichiamo è quello di attribuire agli oggetti inanimati la capacità di parlare, muoversi e vivere un’esistenza (spesso segreta) che non ha nulla da invidiare alla nostra, anzi a volte è anche più avventurosa. Il richiamo alla relazione tra Fantaso, i sogni e gli esseri inanimati è molto forte.

La Fantasia non nasce con la necessità di spiegare la verità o la realtà, anche se spesso è stata essenziale per capire il mondo in cui viviamo; sarebbe interessante poter porre delle domande ad Einstein in merito. Nella Fantasia possiamo permetterci di enunciare leggi e regole che vanno in totale disaccordo con la realtà senza avere l’obbligo di giustificarle. La Fantasia non ha bisogno di alcuna verità e a quanto pare Fantaso lo sapeva molto bene.

Come abbiamo visto, sarebbe totalmente sbagliato pensare che Fantaso sia il dio minore della Fantasia, lui aveva ben altri compiti. Le assonanze sono molto forti e, come abbiamo avuto modo di vedere, non si riferiscono solo al nome.

Un ultimo pensiero. Ricercando queste informazioni nella Mitologia, viene spontanea una considerazione. L’immaginazione, la capacità di estraniarsi, il riflettere e il fantasticare sono attività che godono del favore della notte (o anche solo della sera). Sarà forse perché i ritmi della giornata diminuiscono e quindi abbiamo più tempo per pensare e riflettere. Non a caso però, Fantaso e i suoi fratelli erano imparentati con la Notte, che come abbiamo visto era la loro nonna. Non sarà che questa parentela abbia la sua importanza?

2 pensieri su “Mia nonna, la Notte

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