Goya e il ritratto della famiglia di Carlo IV

Goya basa tutta la sua Arte, soprattutto il ritratto, sul Realismo più assoluto. Non accettava l’idea di migliorare i tratti somatici di una persona né tantomeno dare un’immagine non veritiera della sua personalità.

Carlo IV e la sua famiglia (1800-1801)
Museo del Prado, Madrid

Ovviamente questo valeva per tutti senza distinzione di censo né origini, una regola che per Goya valeva anche per il re in persona e la sua famiglia.

Anche in questo caso, Goya riesce a realizzare un ennesimo grande capolavoro universale.

La genialità del maestro spagnolo si manifesta già nella prima fase di realizzazione utilizzando un metodo molto particolare e non molto ortodosso. Goya realizza un totale di 10 ritratti preparatori per i membri della famiglia che si trovavano nel palazzo di Aranjuez, residenza reale in cui anche il nostro pittore dovette trasferirsi per adempiere alla commissione. Per onorare l’enorme lavoro svolto dal pittore, forse dovremmo a nostra volta osservare il quadro in questo modo, non come il ritratto di una famiglia ma di tante persone singole che si sono riunite in una stanza.

La commissione di questo quadro prevedeva la realizzazione di un’opera da esporre nelle sale principali del Palazzo Reale. Doveva rappresentare la forza e la solidità della dinastia e soprattutto la continuità grazie alle diverse generazioni. Diciamo pure che il risultato finale non incontrò il favore dei committenti, si aspettavano un quadro dall’impatto più forte e con una scenografia più regale. L’unica che apprezzò il ritratto di famiglia fu la regina consorte Maria Luisa di Borbone-Parma come ebbe modo di scrivere al suo amante.

La fitta corrispondenza tra Maria Luisa e Godoy (il plenipotenziario Primo Ministro del regno) oltre ad offrirci alcuni dettagli di una storia d’amore non tanto segreta fra i due, permette di ricostruire con una certa accuratezza la storia della realizzazione di questo quadro.

Dopo il suo trasferimento ad Aranjuez nel mese di maggio del 1800, Goya si dedica alla realizzazione dei singoli ritratti, portandone a termine ben dieci, che presentò al re il 23 luglio. Purtroppo a noi ne sono giunti solo la metà. Osservandoli con attenzione possiamo notare che gli sguardi e le espressioni dei ritratti sono più “svegli” e penetranti rispetto al quadro definitivo; come se Goya avesse deciso di applicare il suo metodo realista in un secondo momento per non avere problemi con il committente e la sua famiglia.

Una dei personaggi per i quali non realizzò il ritratto è la donna sulla sinistra, al fianco del Principe delle Asturie (il futuro Ferdinando VII che accusò Goya di parteggiare per i francesi) che potrebbe essere la futura sposa Maria Antonia di Borbone-Napoli, con la quale si sposò il 6 ottobre 1802.

Principe delle Asturie e la futura moglie

Non abbiamo certezze sull’attribuzione dell’identità della donna, siamo di fronte solo ed esclusivamente a pure supposizioni. Come possiamo notare, la giovane donna che viene generalmente indicata come la futura moglie del Principe delle Asturie è l’unica persona ad essere ritratta con un profilo perduto; praticamente si vide solo la nuca della donna e non ci è dato vederla in volto. Questa scelta potrebbe essere stata presa perché neanche il Principe delle Asturie conosceva la sua futura moglie, dal momento che non era ancora stata scelta fra le varie pretendenti.

Prima di arrivare a parlare dei personaggi più importanti dell’opera, dobbiamo prendere in considerazione un particolare interessante e molto discreto che è rappresentato dalle due grandi tele appese alla parete realizzate dal pittore che anche Goya considerava un punto di riferimento e suo maestro: Diego Velázquez.

A questo punto della nostra analisi dobbiamo osservare con attenzione i volti dei tre personaggi principali di questa rappresentazione; così facendo ci renderemo conto di qualcosa di stravolgente e decisamente simpatico.

Dettaglio della regina Maria Luisa con i figli

La regina Maria Luisa (l’amante che regalò a Godoy la Venere di Velázquez, che il Primo Ministro teneva nella sua alcova insieme alla Maja desnuda e la Maja vestida) è dipinta in tutto il suo cipiglio di consapevolezza riguardo alla sua grande importanza sociale e storica. Il portamento altezzoso e regale mostrano una donna che alle spalle ha una Storia importante e che ha riunito in sé i più importanti regni d’Europa. Il duro realismo di Goya non ha fatto nulla, purtroppo, per nascondere o anche solo mitigare lo sguardo un po’ vuoto e una bellezza alquanto latitante.

Verrebbe da chiedersi, alla luce del suo ritratto, come mai Maria Luisa sia stata l’unica persona in famiglia ad apprezzare sin da subito il quadro a differenza degli altri membri. Il motivo è da ricercarsi nella reale intenzione della regina, che erano quelle di farsi notare da tutti in qualità di donna molto prolifica, caratteristica assai importante per quell’epoca. Le sue priorità non erano quelle di passare alla Storia come donna illuminata o particolarmente acuta tantomeno di mostrarsi come una madre amorevole nei confronti dei propri figli, come possiamo notare dal gesto molto distaccato e di pura circostanza nell’abbraccio con la figlia.

Dettaglio di Carlo IV

In posizione speculare alla regina troviamo il consorte, re Carlo IV di Borbone. Anche in questo caso siamo di fronte ad un particolare realistico impietoso: gli sguardi della coppia reale non si avvicinano minimamente e tanto meno si incrociano. Questo particolare accentua notevolmente la sensazione di disinteresse reciproco e distanza. A onor del vero dobbiamo ricordare che questa situazione era abbastanza comune tra le famiglie nobili, dal momento che i matrimoni erano combinati per questioni politiche ed economiche, non certo per amore e affinità.

Carlo IV è rappresentato in tutto il suo splendore da cerimonia, con le numerose decorazioni e onorificenze del suo ruolo al posto giusto. Eppure, il suo volto non è quello di un condottiero o di un uomo di Stato sicuro e affidabile. Siamo di fronte ad un uomo con un volto bonaccione e dall’aria decisamente poco acuta, al punto da mettere anche in dubbio la sua intelligenza. Attributi che non rendono per nulla onore alla sua uniforme e al ruolo che è chiamato a ricoprire.

A proposito di rapporti conflittuali, possiamo notare che anche il Principe delle Asturie sfugge la vista della madre, nonostante sia vicino a lui; è risaputo che il futuro Ferdinando VII provava un forte senso di astio nei confronti sia della madre sia del suo amante Godoy.

E in tutto questo teatrino montato ad arte, Francisco Goya se la gode e si dedica alla sua arte nell’ombra, come il deus ex-machina di questa creazione. Osservando con attenzione, possiamo notarlo dietro alla famiglia reale, sulla sinistra del quadro.

Dettaglio di Goya

Il maestro spagnolo si ritrae al lavoro, intento a realizzare questo ritratto di famiglia come se stesse osservando allo specchio la scena mentre la stava immortalando sulla tela; un espediente già usato in Pittura dallo stesso Velázquez, che nella sua opera Las Meninas si ritrae intento nella realizzazione di quel ritratto di famiglia.

Nel buio, per non darsi troppa importanza e per non invadere il campo dei committenti, in quest’opera che doveva svolgere un compito ufficiale ed essere esposta a Palazzo per immortale la grandezza della famiglia reale, Goya lavora con la sua espressione più furba disegnata sul viso.

Siamo di fronte all’artista che più di tutti, grazie alle sue pennellate molto rapide e altrettanto precise, riusciva a creare veri e propri effetti di luminescenza sulla tela ed era amato da tutti i potenti della sua nazione. Nonostante questo, è stato l’unico ad essere riuscito a dissacrare la famiglia reale, non con la critica o la satira ma semplicemente con il realismo.

La famiglia di Carlo IV diventa una metafora della decadenza. La costruzione scelta da Goya per questo ritratto ha fatto sì che tutti i membri della famiglia reale fossero messi ben in riga, come bravi scolaretti durante la foto ricordo del corso. Non c’è nessun tipo di profondità nella composizione, sembra una scenografia teatrale di scarsa qualità e nell’aria ristagna un’eco di Barocco, che silenziosamente serpenteggia nella rappresentazione; un’eco del passato che sta per estinguersi.

I personaggi della famiglia reale sembrano dei veri e propri pupazzi, privi di qualsiasi sentimento verso gli altri e verso sé stessi. Goya, in modo realistico ed impietoso, ha voluto rappresentare il completo declino della società e dell’istituzione. Un bel colpo gobbo nei confronti dei committenti.


Articolo tratto dalla serie pubblicata su Latelier 91 l’8 aprile 2020 (https://latelier91.wordpress.com/2020/04/08/goya-capitolo-8-la-famiglia-di-carlo-iv/)

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