Lezione americana no. 2: la rapidità

La rapidità: un viaggio nel rapporto tra letteratura e tempo, una ricchezza di cui lo scrittore dispone con agio e distacco e per spiegare la sua idea, Calvino cita una vecchia leggenda che ha come protagonista Carlo Magno.

In questa leggenda

c’è una successione di avvenimenti che si incatenano l’uno all’altro: l’innamoramento d’un vecchio per una giovane, un’ossessione necrofila, una propensione omosessuale e alla fine tutto si placa in una contemplazione melanconica: il vecchio re assorto alla vista del lago.

Le vittime d’amore di Carlo Magno non sono amate in quanto tali bensì in quanto possessori di un anello magico che  pone il legame verbale, parola amore o passione, congiunto al legame narrativo espresso dall’anello magico.

L’anello magico è il vero protagonista della leggenda, sono i suoi spostamenti a determinare le scelte, i movimenti , gli stati d’animo : è l’anello che stabilisce i rapporti tra i personaggi.

Calvino preferisce la versione dello scrittore francese Barbey d’Aurevilly:

Il suo segreto sta nell’economia del racconto: gli avvenimenti, indipendentemente dalla loro durata, diventano puntiformi, collegati da segmenti rettilinei, in un disegno a zig zag che corrisponde a un movimento senza sosta.

Anche nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto sono gli oggetti, scudi, elmi, spade, cavalli a creare un rapporto tra i personaggi e a renderlo dunque vivo e funzionale alla storia narrata: storia di paladini, armi ed eroi, in fondo schiavi degli oggetti che detengono.

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto

   …  …   …   …   …

Indosso la corazza, l’elmo in testa,
la spada al fianco, e in braccio avea lo scudo

Orlando Furioso

La rapidità, per Calvino non va confusa con la velocità:

La rapidità dello stile e del pensiero vuol dire soprattutto agilità, mobilità, disinvoltura, tutte qualità che si accordano con una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento ad un altro, a perdere il filo cento volte e ritrovarlo dopo cento giravolte.

Ogni racconto è un’operazione sulla durata nel senso che il tempo narrativo può essere ritardante, ciclico agendo sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo.

Mille e una notte

Prendiamo Le mille e una notte:

l’arte di Sheherazade di salvarsi la vita ogni notte sta nel saper incatenare una storia all’altra e nel sapersi interrompere al momento giusto: due operazioni sulla continuità e discontinuità del tempo.

E il disagio che si prova quando qualcuno pretende di raccontare una barzelletta, sbagliando gli effetti, soprattutto le concatenazioni e i ritmi.

Un esempio si trova in una novella del Decamerone di Boccaccio quando un giovane dell’allegra brigata sfuggita alla peste di Firenze si offre di raccontare una novella:

[…] egli or tre e quattro e sei volte replicando una medesima parola e tornando ora indietro e talvolta dicendo: “Io non dissi bene” e spesso nei nomi errando…”. Alla fine madonna Oretta, stremata e con un peso al cuore, gli si rivolge dicendo: “Messer, questo vostro cavallo ha troppo duro trotto, per che io vi priego che vi piaccia di pormi a piè”.

Decamerone, Novella VI,1

Decameron

La novella è un cavallo: un mezzo di trasporto, con una sua andatura, trotto o galoppo, secondo il percorso che deve compiere ma la velocità di cui si parla è una velocità mentale. I difetti del narratore maldestro sono soprattutto offese al ritmo

e all’agilità d’espressione e del pensiero.

Leopardi che condusse una vita sedentaria nello Zibaldone scrive:

La velocità, per esempio, dei cavalli o veduta, o sperimentata (…) è piacevolissima per sé sola, cioè per la vivacità, l’energia, la forza, la vita di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell’infinito, sublima l’anima, la fortifica…

21 ottobre 1821

Cavallo

La metafora del cavallo per la velocità della mente è forse stata usata da Galileo Galilei  che nel Saggiatore disserta sul discorrere, discorso come ragionamento e in particolare deduttivo. Il discorrere per lui è come correre:

la rapidità, l’agilità del ragionamento, l’economia degli argomenti, ma anche la fantasia degli esempi sono qualità del pensar bene.

Il discorrere è come il correre, e non come il portare, ed un caval berbero solo correrà più che cento frisoni.

Galileo, 45

Nel Dialogo dei massimi sistemi sono contrapposti Sagredo e Salviati, l’uno velocissimo nel discorso, portato verso l’immaginazione verso “voli pindarici”, l’altro ragionatore metodologicamente rigoroso, prudente e cauto.

Sarà Salviati a definire la scala di valori in cui Galileo situa la velocità mentale,

il ragionamento istantaneo, senza passaggi, è quello della mente di Dio…

ma l’intervento di Sagredo sull’invenzione dell’alfabeto porterà Galileo a dissertare sulla combinatoria alfabetica che è lo strumento insuperabile della comunicazione.

In epoca recente Jorge Luis Borges, in difficoltà all’età di 40 anni a passare dalla prosa saggistica a quella narrativa, finge che il suo libro sia scritto da un altro e tutti vi credono e in questa “nuova” fase Borges realizza

le sue aperture verso l’infinito senza la minima congestione, nel periodare più cristallino e sobrio e arioso, la cui inventiva si manifesta nella varietà dei ritmi, delle movenze sintattiche, degli aggettivi sempre inaspettati e sorprendenti.

La concisione è un’arte: Borges e Bioy Casares hanno raccolto un’antologia di Racconti brevi e straordinari, composti anche di una sola riga, a parere di Calvino risulta straordinario lo scritto di Augusto Monterosso, guatemalteco:

Cuando despertò, el dinosaurio todavìa estaba allì

(traduzione: Quanto si svegliò, il dinosauro era ancora lì)

Calvino appassionato di mitologia, ci riporta a Mercurio e a Vulcano, l’uno con le ali ai piedi, leggero e aereo, abile e agile, adattabile e disinvolto, l’altro dio che non spazia nei cieli ma vive rintanato nella sua fucina, l’Etna, a fabbricare armi di ogni tipo e contrappone al volo aereo di Mercurio l’andatura claudicante e il battere cadenzato del martello.

Da un testo “Histoire de notre image” di André Virel, Calvino scopre che Mercurio rappresenta la sintonia, cioè la partecipazione al mondo intorno a noi, Vulcano la focalità, cioè la concentrazione costruttiva. Entrambi quindi contribuiscono alla scrittura: il tempo di Mercurio, un messaggio di immediatezza, intuizione istantanea, il tempo di Vulcano, utile perché i sentimenti e i pensieri maturino e si allontanino dall’impazienza e dalla contingenza effimera.

E a conclusione della seconda lezione una storia singolare, cinese, che ha come protagonisti il re e il pittore Chuang-Tzu. Il re commissiona il disegno di un granchio al pittore che chiede tempo di 5 anni, una villa e 12 servitori. Allo scadere dei 5 anni il disegno non era ancora pronto, il pittore chiese altri 5 anni, allo scadere dei 10 anni il pittore

prese il pennello e in un istante, con un solo gesto, disegnò un granchio, il più perfetto granchio che si fosse mai visto.

Granchio Cinese

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