In questa passeggiata insieme a Dante e Virgilio per l’Inferno, vedremo insieme la quantità impressionante di luoghi e personaggi citati dal poeta fiorentino durante il suo peregrinare nel sottosuolo. Nostri compagni di viaggio saranno anche Gustave Doré che ha tradotto nelle sue tavole il testo di Dante, in modo classico e William Blake che ha infuso un maggior spirito visionario ad un’opera che di per sé è già unica e visionaria nel suo genere.
Tutti noi consideriamo la Commedia il testo che ha unito la nostra Nazione nel linguaggio e nella cultura. Ma non solo, la Commedia è uno dei pochi testi nella nostra letteratura a citare la Storia del nostro Stato non ancora nato all’epoca e i suoi luoghi più belli. Una vera e propria apoteosi di italianità.

Nella Commedia i primi passi della storia vengono mossi nella celeberrima selva oscura dove Dante si è perso. Nel canto I troviamo molti riferimenti alla cultura di Dante e alla forte influenza religiosa e filosofica della sua Commedia; non sempre è facile riuscire a decodificare tutti i simboli che ha voluto inserire e spesso si corre il rischio di vedere quello che magari Dante non ho neanche pensato.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Su quel “nostra” si è scritto così tanto che spesso gli studi e le ricerche hanno sconfinato nel ridicolo. Secondo alcuni, Dante ha usato il plurale per farci capire che tutti noi siamo coinvolti in questo percorso mentre per altri rappresenta la volontà di Dante di inserire la maggior parte dei riferimenti culturali che ci appartengono come comunità. Un semplice uso generico per riferirsi alle aspettative di vita dell’epoca con un plurale neutro, no?
L’ispirazione filosofica di Platone nella Commedia è lampante, provate a leggere nella Repubblica il Mito di Er e ci troveremo davvero molto del viaggio di Dante. Il richiamo alla religione, sin dall’inizio è evidente. Se prendiamo i primi versi di Dante e i versetti di Isaia (38, 10) ne possiamo avere un’idea chiara:
Io pensavo: nel mezzo dei miei giorni me ne andrò, alle porte degli inferi sarò trattenuto per il resto dei miei anni, non vedrò più il Signore nella terra dei vivi.
I personaggi che popolano la selva oscura o che vengono citati da Dante nel suo racconto sono molti. Mi permetto di metterli in ordine in un elenco, raccontando qualcosa di loro:
- la lonza: una sorta di lince che nella simbologia dell’Arte rappresenta la lussuria;
- il leone: simbolo quasi abusato nella Storia e nell’Arte, in questo caso rappresenta la superbia e la violenza;
- la lupa: curioso come Dante abbia deciso di usare il femminile e non il maschile. Secondo alcuni questo riferimento è esplicito nei confronti della città di Roma, che come insegna ha la lupa dei due gemelli celeberrimi. Nella Commedia dobbiamo interpretare la sua presenza come simbolo della frode.
-
Virgilio - Virgilio: il suo nome completo è Publio Virgilio Marone, per tutti noi noto con la forma abbreviata, però. Nacque il 15 ottobre 70 a.C. ad Andes (oggi nota come Mantova) e morì il 21 settembre 19 a.C. a Brindisi.La sua influenza sui poeti e gli uomini di cultura che lo seguirono è stata enorme, tanto che lo stesso Dante lo prende come guida per il suo viaggio.
- il veltro: un altro passo divertente è la cosiddetta Profezia del Veltro, alcuni la intendono come un atto di cambiamento che viene messo in atto da Dio nell’umanità, altri la intendono da un punto di vista politico altri ancora si sono inventati spiegazioni decisamente fantasiose. Questa parola, nella nostra lingua, è caduta ormai in disuso ma era molto usata in epoca medioevale, indicava il cane da caccia tipo levriero.
- Cesare: colui che transitò Roma dalla Repubblica all’Impero. È, senza ombra di dubbio, il personaggio più importante e influente di tutta la Storia; nato a Roma il 13 luglio 101 a.C. (o forse il 12 luglio 100 a.C.) e morto nella Città Eterna il 15 marzo 44 a.C. è stato un militare, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore romano.
- Augusto: il primo imperatore romano, che regnò dal 27 a.C. al 14 a.C. Attuò dei cambiamenti all’interno dell’Amministrazione di Roma ridando le cariche al Senato che in cambio lo riconobbe capo dell’esercito e del Senato stesso.
-
Paolo Farinati – Incendio di Troia: Enea e Anchise (1590 circa) - Enea: uno dei grandi eroi della mitologia greca e romana, che Dante conosceva e amava. Fu uno dei guerrieri più valorosi durante la guerra di Troia (combattere dalla parte di Priamo e dei Troiani) e fu secondo solo al valoroso Ettore. Il padre di Enea è Anchise e la madre la dea della bellezza (Afrodite/Venere).
- Anchise: da giovane era bellissimo, tanto che fece innamorare anche Venere. Tanta bellezza però non gli servì a nulla contro la punizione di Zeus che lo rese zoppo, da lì il significato del “curvo”, “storto” (si pensi all’uso odierno della parola anchilosato). Celebre è il racconto della fuga dall’incendio di Troia sulle spalle del figlio.
- Camilla: è uno dei personaggi dell’Eneide di Virgilio. La sua storia si intreccia con quella di Enea, stesso. Anche lei fu salvata dalla fuga, dal padre quando la piccola era ancora in fasce. Una ragazza valorosa in guerra e nell’uso delle armi, che sembrava preferire a qualsiasi forma di amore, ovviamente morirà vergine e sarà un simbolo importante nelle Arti e nella Poesia.
- Eruialo e Niso: sono due giovani guerrieri presenti nell’Eneide di Virgilio, fuggiti da Troia. Il loro rapporto di amicizia è fortissimo e vengono presi come esempio della manifestazione di amicizia fraterna e affettuosità omoerotica.
- Turno: bellissimo semidio re dei Rutuli (popolo che abitò l’Italia prima dei romani nella zona dell’attuale Lazio); nell’Eneide di Virgilio è l’antagonista di Enea.
Le città citate in questo primo canto sono Mantova, Roma, Troia e in generale la nostra cara (e non molto vecchia) Italia.

Pubblicato su Latelier 91 il 6 aprile 2020 (https://latelier91.wordpress.com/2020/04/06/inferno-la-selva-oscura-canto-i/)